Kim (lui) tenta il suicidio gettandosi da un ponte sul fiume Han finendo per naufragare su un’ isola deserta. All’ inizio tenta la fuga, ma, non sapendo nuotare, da prima si rassegna ad aspettare qualcuno che lo riporti a riva, poi si appassiona alla vita di naufrago in cui sempre più si riconosce. Kim (lei) soffre del noto hikikomori, chiusa in camera da tre anni, fotografa la luna di notte e la città deserta due volte l’anno, quando si fanno le prove di evacuazione generale. Da quello stesso obiettivo noterà il naufrago, e i due intraprenderanno un dialogo a distanza finché… Sublime. Delicatezze e raffinatezze dal sapore francese tengono insieme una storia che incrocia due solitudini, diverse eppure uguali, nell’essere naufraghe di un mondo che non sentono proprio, ricostruendone uno, in miniatura. Sia esso un’isola sul fiume Han oppure la propria camera. Gli occhi distanti di Kim (lui) e Kim (lei) che si cercano e si avvicinano senza mai toccarsi lasciano entrare chi guarda nella loro intimità, soprattutto grazie a intrusivi e a indulgenti primi piani, in un gioco di campi che gradualmente si stringono, mano mano che i personaggi CI conoscono, sinfonicamente diretti da … Parimenti gli spunti ecologisti colorano il film di impegno divertito e divertente, non mancando di inviare messaggi critici e corrosivi. Aria fresca di un film che riconosce la lezione di Kim Ki-Duk, ma è impregnato di meno poesia e più corporeità, spontanea e diretta, quindi necessaria. Rimandi a Gondry e a Jeunet, ma senza caramelle. Un film bello e senza tempo che racconta il brutto e l’oggi.
Far East Film 12 – Castaway on the moon di Lee Hey-jun (Korea, 2009)
