Medio budget per una commedia che sconfina nel metacinema con piglio esilarante a 360 gradi. La coppia di registi hongkonghesi irride sia il cinema autoctono, che quello internazionale a vari livelli, basta pensare al momento in cui il killer inventa la propria storia con i titoli dei dvd della vastissima cineteca dello sceneggiatore, impagabile. Dalla semplice cinefilia alla genesi stessa del film, ai festival, fino alle parodie dei mitici classici dell’age d’or di hong kong (The Killer in primis). Si racconta appunto di un killer (il magnifico Chapman To presente in sala qui a Udine) che viene lasciato dal collega nell’ ex colonia britannica di ritorno dalla Cina ed in seguito ad uno svenimento per il freddo viene soccorso da uno sceneggiatore (la superstar televisiva Wong Cho-lam) da qui non senza difficoltà nascerà un amicizia fondata non solo sull’amore comune per la settima arte ma anche su un percorso di condivisione sentimentale del tutto particolare. La fantasia e la realtà si inseguono di continuo in un gioco di riprese allo specchio (anche con cellulare) e di storie che generano storie sempre con fresca ilarità di stampo anche internazionale, considerato che molte altre gag sono sostanzialmente fondate sul dialetto cantonese del protagonista. Il gioco arriva fino in fondo senza perdere la brillantezza dei primi 5 minuti grazie al montaggio serrato e ricco di verve che di certo non è nuovo per produzioni di Hong Kong fino a raggiungere il paradosso scopico, quando Soya nell’inventarsi una sceneggiatura originale per stupire un regista, trasformerà in invenzione tutto quello che è accaduto a sua insaputa fino a quel momento.