Nida è all’apparenza una simpatica e spigliata venditrice di videocassette. Dome, operatore di un canale televisivo horror, suo cliente cerca di stabilire un rapporto più intimo. Si scopre che la donna ha un figlio di nome Ton che tiene da cinque anni chiuso nella sua stanza e che frequenta un corso new age sul potere della mente. Il giovane operatore, attraverso un’ indagine personale, deduce che il ragazzo è affetto da hikikomori, una forma di autismo molto diffusa sopratutto tra i giovani giapponesi. A Nida però la cosa pare non interessare affatto. Nel frattempo, la giovane vicina di casa, Pan, coetanea di Ton, vive ugualmente un rapporto complesso con la madre. La realtà non è mai quella che sembra, e da questa comune (ma non meno triste) storia di incomprensione e solitudine, tutto si trasforma ben presto in uno psico-dramma dai risvolti gore e soprannaturali. Il thailandese Wongjida, giunto al suo quarto lungometraggio, mette in scena qualcosa che supera il normale concetto di tragedia familiare e lo fa con un lirismo forse oltremodo ostentato, e con un ritmo tutt’ altro che marziale, ma che tuttavia riesce a giungere al gran (pre)finale, con i fuochi d’ artificio: definirlo kitch è sfrontato, definirlo crudo è superficiale, definirlo addominale, ecco, forse è il termine giusto. Il complesso gioco di riprese su diverse superfici riflettenti è un paradigma (anche qui un po’ barocco) degli elementi di riflesso e contrasto/opposizione che vengono mostrati nel film: genitori-figli, vicini di casa con situazioni familiari analoghe eppure opposte, metalinguismo (quando clienti americani chiedono alla protagonista un film horror, questa vede materializzarsi il fantasma di suo marito, da lei stessa creduto ucciso) ed infine realtà-immaginazione (il potere della mente).
Far East Film 12 – Who are you? di Pakphumm Wongjinda (Thailand, 2010)
