Il nuovo film di Naomi Kawase in concorso a Cannes sembra ancora interrogarsi sulle connessioni tra presente e passato, tra le radici arcaiche del Giappone e la perdita del sacro nel contemporaneo; la grande regista giapponese filma questo passaggio attraverso la regione di Asuka, antico centro politico giapponese collocato nel distretto di Nara, mettendo a confronto la forza contemplativa del passato con l’insoddisfazione del presente e lavorando sulla presenza delle montagne come un’espressione profonda del Karma. Sul suo sito ufficiale è la stessa Kawase che parla di Hanezu no Tsuki come del tentativo di dar voce a queste “anime che sono state dimenticate nel tempo e nella storia ma che hanno vissuto in accordo con i propri desideri più profondi nell’attesa che tutto questo potesse diventare un insegnamento per il futuro [….] sono convinta che siamo tutti parte di questa lunga storia fatta di miliardi di anni“. Naomi Kawase aggiunge anche di sentirsi onorata della sua presenza a Cannes ma allo stesso tempo di sentire una certa responsabilità per il momento difficile che il Giappone sta attraversando; in qualche modo Kawase ha avuto l’opportunità di filmare la terra e le persone che abitano il suo luogo di origine, proprio per questo spera che HANEZU diventi un film dal forte significato per tutti quelli che sentono un rapporto forte con le proprie origini. Naomi Kawase ha vinto nel 2007 il Gran premio della Giuria con il bellissimo Mogari No Mori.