mercoledì, Dicembre 18, 2024

Hereditary, la colonna sonora originale di Colin Stetson

Nelle recensioni italiane dedicate ad Hereditary, il chiaccherato debutto di Ari Aster, non si accenna minimamente alle musiche originali, scritte per il film da Colin Stetson, il sassofonista di Ann Arbor che ha fatto della sperimentazione timbrica uno degli elementi principali del suo comporre, una via di mezzo tra scrittura e performance, dove la vocalizzazione incontra le tecniche di respirazione tipiche dello strumento, per costruire un’inedita e sorprendente architettura modale. La musica del musicista statunitense, nonostante il ricorso a strutture che rimandano al minimalismo “colto” è tutt’altro che una ruminazione cerebreale. Al contrario si tratta di un’esperienza fortemente fisica che intesse una relazione diretta con lo strumento, oggetto quasi antropomorfizzato dal quale Stetson estrae una vera e propria anima. Per altre vie vengono in mente Zappa, ma anche il bestiario zoomorfo di Adrian Belew, da Lone Rhino in poi.
Forte del suo lavoro con gli Arcade Fire, Stetson è potuto uscire dall’aura di culto in cui la sua etichetta, la canadese Constellation, l’aveva confinato. Il film di Aster non mitiga affatto le asperità e gli aspetti meno concilianti nella musica del nostro, tanto che la colonna sonora di Hereditary ci sembra uno dei lavori più riusciti e allo stesso tempo oscuri tra quelli realizzati da Stetson.
Nel rappresentare la perdita, l’abisso psichico e allucinatorio, la follia, Stetson si serve di elementi tipici della sua musica per ricreare una sinestesia aurale fatta di rumori tra organico e inorganico, che mimano i topoi di certa musica per il cinema, sostituendo il ruolo affidato agli archi per descrivere un crescente stato d’ansia.
Al confine con il rumore è una colonna sonora spiazzante, ma anche assorbita da esigenze funzionali, unico aspetto che potrebbe limitarne un godimento pieno, rispetto ai dischi solisti di Stetson. Rimane la vertigine e il disorientamento totale, rispetto ad una scelta che sostituisce una certa retorica dei suoni legati alla cinematografia horror, qui sostituiti da quella presenza animalesca e viscerale che caratterizza suoni e musica di questo straordinario musicista.

Michele Faggi
Michele Faggi
Michele Faggi è il fondatore di Indie-eye. Videomaker e Giornalista regolarmente iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Toscana, è anche un critico cinematografico. Esperto di Storia del Videoclip, si è occupato e si occupa di Podcast sin dagli albori del formato. Scrive anche di musica e colonne sonore. Si è occupato per 20 anni di formazione. Ha pubblicato volumi su cinema e nuovi media.

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