Howard Shore è uno dei più grandi compositori contemporanei di musica per il Cinema, il suo sodalizio con David Cronenberg si è sviluppato attraverso dodici film e ha seguito un percorso, anche interno alla sua carriera, molto simile a quello del regista Canadese. Un approccio semplificato e semplificante al corpus delle partiture scritte da Shore per Cronenberg ci costringerebbe ad una visione progressiva con il rischio di isolare i lavori più sperimentali del compositore in un’area circoscritta e del tutto falsificante. Se la realizzazione di The Fly fa da spartiacque in termini di persistenza dell’autore sul mercato Hollywoodiano è anche vero che la colonna sonora di Big, scritta per il film di Penny Marshall, precede di tre anni Naked Lunch, una delle mutazioni più complesse nella scrittura di Shore che influenzerà la ricerca su lavori tendenzialmente meno considerati come la splendida orchestrazione im-mobile realizzata per Silence of The Lambs di Jonathan Demme e in termini opposti la decostruzione dell’orchestra in The Game di David Fincher, che precede di molti anni la rielaborazione di idee legate alla Concrète music che David Shire farà per Zodiac. Questa capacità di comprimere e decomprimere i grandi volumi orchestrali è palese anche in due lavori ravvicinati e avvicinabili come A History of violence e Eastern Promises; quasi a contraddire l’ipotesi che si tratti di una riduzione delle propensioni sperimentali di Shore a favore di un approccio più descrittivo, l’ultimo score per David Cronenberg si serve di un tematismo luminoso e brillante per veicolare idee oscure e complesse.
Le note interne al piccolo booklet della colonna sonora di eXistenZ, oltre al nome di Howard Shore e ai mezzi di manipolazione e di editing utilizzati, contengono un piccolo segno ben visibile, un’unica indicazione strumentale precisa: Theremin suonato da Lydia Kavina. È un segno specifico che rivela la defunzionalizzazione che Shore opera con alcuni strumenti assorbiti dalle nostre memorie strumentali e che si affaccia di nuovo nell’incerta collocazione folk di uno Zither nella colonna sonora di Eastern Promises . Il piccolo modulatore di frequenze ideato da Lev Sergeivitch Termen ha subito utilizzi inconsueti e sicuramente distanti dagli scopi “tecnici” legati alla sua invenzione. Le orchestre per scapoli astrali di Les Baxter ne facevano un uso esplicito e grottesco, spostando il pitch delle frequenze su tremolii esotici. In realtà il Theremin trovava negli anni un’applicazione riconoscibile ai limiti dello standard proprio in quei viaggi alla deriva. Molti esperimenti di pop inglese prodotti attraverso decenni di riflusso vintage e analogico, riutilizzano quella forma d’onda come se fosse un’infatuazione decorativa. Gli esperimenti di Howard Shore assumono una forma “elettronica” che sfrutta in modo inconsueto le strategie tipiche di una colonna sonora tradizionale. In effetti già in Ed Wood il Theremin si insinuava per ricreare delle atmosfere di abbellimento e per sottolineare i trucchi ingenui del b-movie. In eXistenZ è praticamente invisibile. Evidenziato e ingombrante nelle già citate note di copertina del Cd, manifesta la sua presenza in tre tracce: la numero tre, la sette e la sedici. E non crea nessun effetto di colore. Shore ne sfrutta la tonalità più inquietante e meno tipica, che a tratti lo avvicina all’uso di una voce umana sintetizzata, lo deforma e lo rende parte della tessitura. Crash era un gioco elettronico avanzatissimo che azzerava tutte le gamme, riducendole ad un ensamble di chitarre vicino alle superfici di Glenn Branca e all’idea di soundscapes sviluppata da Raymond Murray Schafer; sfruttava un procedimento utilizzato e sviluppato in eXistenZ: partire da un piccolo nucleo, costruirlo su un miraggio melodico tensivo e separarlo in progressione. La separazione non è semplicemente compositiva, non si ferma all’addizione di tracce e di percorsi per poi disperderli. Shore lavora soprattutto in studio, manipola i suoni e ricerca i limiti timbrici, utilizza “campioni” veri e propri ripetuti e assemblati in posizioni distanti tra di loro. Reinventa una Techno-orchestra. E soprattutto separa e inverte le posizioni tradizionali della timbrica orchestrale giocando come Cronenberg su un disorientamento della prospettiva sonora, slittando il senso ad ogni cluster. Shore lavora su un territorio reticolare, utilizza la rielaborazione in studio per stratificare più livelli di suono invertendone le gerarchie, sposta e sostituisce gli oggetti sonori come se si trattasse dell’amnesia al potere. Fa emergere un pianoforte e lo dissolve nella sua ripetizione campionata; registra i suoni di un “sistema nervoso traumatizzato”; si affida all’instabilità di un Theremin per introdurre un disturbo di frequenza; ci illude con lo specchio di uno sviluppo melodico che non trova stabilità e fine.
eXistenZ è stato pubblicato in Cd nel 1999 da Milan Records per il mercato francese e da RCA per quello internazionale; è facilmente reperibile su Amazon