Generazioni più giovani a confronto con l’eredità del passato e senso di appartenenza alla cultura di provenienza, sono stati i focus di questa mattina al penultimo press meeting del Lago Film Fest, svoltosi al parco archeologico didattico del Livelet.
Gli ospiti di questo incontro: Mauro Carraro animatore e curatore della sezione Russian Anima – New Talents, Txema Munoz della Kimuak, circuito distributivo per la diffusione dei cortometraggi prodotti all’interno della comunità basca, Konstantina Kotzamani, giurata e regista di cortometraggi ( con “Washingtonia” è stata presente al lago film fest nel 2014), Marco Savini, responsabile del master in computer grafica della BigRock, scuola italiana che si occupa in particolare di animazioni e FX digitali e Antonio Padovan che ha diretto “Il Piccolo Girasole Che Si Innamorò Della Luna”, tesi del master CG 22, che sarà presentato stasera in cortile Sasso alle ore 22, infine i ragazzi di Dynamis, un gruppo di ricerca artistica dedicato alle arti performative con base a Roma, qui con l’ambizioso progetto “2115 – dispositivo ludico per l’immortalità”.
Tra le culture a confronto è emersa quella russa, qui rappresentata da Mauro Carraro, che con la sua sezione di nuovi talenti dell’animazione dell’ex blocco sovietico ha voluto portare alla luce alcuni recenti lavori di autori under 40. Una nuova ondata di registi tra children animation , new talents, ural state university of architecture and arts. Una cultura ancora martoriata dalla censura, ma che trova ancora nell’animazione una via preferenziale per aggirarla. Il presidente della Kimuak, Txema Munoz, ha presentato un quadro generico della situazione distributiva dei cortometraggi baschi sia a livello nazionale che internazionale. Una fucina, quella della Kimuak, che ha portato alla ribalta registi come Alex de la Iglesias e che conta sul sostegno economico statale.
La giovane regista greca Konstantina Kotzamani rappresenta l’altro volto della crisi del suo paese, tra la reinvenzione di un genere e la lettura esteticamente grottesca, seppur non vi siano, a sua detta, grosse manipolazioni della realtà: un cinema frutto dei suoi personali incontri con il reale.
Uno sguardo tutto rivolto al futuro quello proposto da Big Rock, realtà italiana volta alla formazione di giovani promesse degli effetti speciali. La filosofia si basa sul superamento dei limiti imposti dai dispositivi e software attualmente disponibili sul mercato, privilegiando fantasia, creatività e innovazione.
Il futuro si spinge oltre con il progetto “2115” del grupo Dynamis. La loro postazione qui al Lago Film Fest è una vera e propria capsula temporale che raccoglie testimonianze e messaggi dei passanti occasionali a cui viene richiesto un pensiero sul futuro. Tutti i messaggi individuali registrati in una postazione riservata tramite webcam, saranno interrati con un rituale che avrà luogo nei pressi del lago domani sera e dissotterrati tra novantanove anni.