domenica, Dicembre 22, 2024

L’altro volto della speranza di Aki Kaurismaki: la recensione in anteprima

Helsinki, oggi. Khaled (Sherwan Haji) sbarca fortunosamente in Finlandia e chiede asilo. È siriano, in fuga dalla guerra come sua sorella Miriam di cui ha perso le tracce nel cuore dell’Europa. In parallelo facciamo la conoscenza di Wikström (Sakari Kuosmanen), un lungo matrimonio alle spalle e la voglia matta di rilevare un ristorante. I sentieri accidentati dei due finiranno per incrociarsi.

Kaurismäki non ha certo bisogno di presentazioni. È da sempre il cantore degli ultimi, dei rockettari da bettola e dei crooner da strada. I suoi personaggi bevono, fumano e parlano per battute stringate e sferzanti. Le sue scene sembrano figurine ancestrali con colori saturi che tendono al blu dei tramonti su Helsinki. E la consolazione arriva spesso nei panni di un bastardino. Toivon tuolla puolen non cambia di una virgola la ricetta dei suoi film più riusciti. Ne rappresenta piuttosto una sintesi impeccabile.

Il tema dell’immigrazione aveva già un ruolo di spicco nel penultimo “Miracolo a Le Havre” (2011), mentre il lavoro è l’asse portante di “Nuvole in viaggio” (1996), che peraltro mette in scena proprio un ristorante scalcagnato. La ‘Carpa dorata’ di Toivon tuolla puolen non è da meno, e a tratti ricorda il leggendario ‘Regret rien’ di “Dolce è la vita” (1990). Nei loro film urbani, Mike Leigh e Kaurismäki dipingono da decenni un’umanità molto simile – e lo fanno col medesimo slancio empatico.

Lo scatto di reni che rende Toivon tuolla puolen un film non solo magnifico dal punto di vista tecnico (la fotografia di Timo Salminen, le scenografie di Grönroos, Häkkinen e Pätilä), ma di enorme importanza nel contesto storico attuale è la compresenza di tre temi: la crisi economica, i flussi migratori e il risorgere dei nazionalismi più gretti. Kaurismäki fonde tutto questo in una vicenda plausibile, dal respiro universale, che non cede né alla tragedia cupa né tanto meno alle malie del lieto fine a tutti i costi. Si piange, si ride, si pensa e il bilancio è difficile da tirare. Quello che vediamo sta succedendo, adesso, da noi.

Toivon tuolla puolen è un capitolo fondamentale della Commedia umana di Aki Kaurismäki. Oltretutto, c’è una partita a stud poker che fa impallidire “Poker di sangue” (1968) di Hathaway. Della serie come vincere a carte scoperte.

Simone Aglan-Buttazzi
Simone Aglan-Buttazzi
Simone Aglan-Buttazzi è nato a Bologna nel 1976. Vive in Germania. Dal 2002 lavora in campo editoriale come traduttore (dal tedesco e dall'inglese). Studia polonistica alla Humboldt. Ha un blog intitolato Orecchie trovate nei prati

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