domenica, Dicembre 22, 2024

Lei disse sì di Maria Pecchioli: la recensione

Nell’immaginario collettivo domina il mito del viaggio verso sud, sinonimo di libertà, di trasgressione e di scoperta. Il viaggio di Lorenza e Ingrid, al contrario, è un viaggio verso nord, destinazione Svezia, un viaggio verso l’autoaffermazione, incontro a quei diritti civili che la loro nazione, l’Italia, ancora non garantisce. Fa male ribadirlo, ma nel 2014 viviamo ancora in una società che nega principi basilari. Come appare del tutto assurdo parlare ancora di amore omosessuale e amore eterosessuale, come se fossero categorie separate, diverse tra loro.

Ed è proprio nella volontà di rivendicare i diritti negati che nasce l’idea di questo docu-film, Lei disse sì, realizzato da Maria Pecchioli e presentato in anteprima nazionale al festival Biografilm di Bologna. La storia d’amore tra Lorenza e Ingrid trova il suo naturale compimento nel matrimonio celebrato in Svezia, davanti ai genitori di Lorenza e ai loro amici. In mezzo ai boschi, durante una giornata d’estate, si realizza il sogno di due ragazze semplici che hanno voluto raccontare il loro amore del tutto normale ma non ancora riconosciuto da un paese incagliato in vecchi pregiudizi, che fa ancora i conti con la propria arretratezza culturale e legislativa.

Fuggire (anche se non definitivamente) sembra l’unica soluzione possibile per queste due ragazze che, oltre a ripercorrere le fasi del loro amore, mettono in scena i loro problemi quotidiani, il peso di sentirsi diverse e non accettate. L’interesse per Lei disse sì non è però solo nei temi affrontati. Il documentario di Maria Pecchioli, regista giovane ed esordiente, dimostra come il processo di “democratizzazione” attuato dal digitale proponga forme nuove di linguaggio e di comunicazione. Per realizzare Lei disse sì le due protagoniste, aiutate proprio da Maria Pecchioli, hanno avviato un’operazione di crowdfounding (la ricerca di fondi dal basso) che ha permesso di raccogliere i finanziamenti necessari al progetto. Comprando delle quote, tutti potevano contribuire a sostenere il film, diventandone di conseguenza produttori.

Progetti a basso costo, che si pongono nuovi obiettivi e cambiano le prospettive. Una tendenza che è ancora agli albori ma può rappresentare una novità nel motore del cinema indipendente, fuori dal mercato ufficiale. Perché se sembra inevitabile (almeno in progetti come questo) la perdita di consistenza del linguaggio visivo, che finisce per favorire una fruizione frammentata, contingente, soggetta a scelte minimaliste, la “democrazia digitale” sfuma le gerarchie, abbatte le convenzioni di ruolo, rende bidirezionale il rapporto tra ideatore di storie e spettatore. Si assiste così alla proliferazione di nuove forme di autorialità, che derivano direttamente dallo sviluppo dei new media.

C’è poi un altro aspetto da tenere in considerazione. Il film nasce dal blog di Lorenza e Ingrid (www.leidissesi.net), che racconta il percorso verso il matrimonio, dai preparativi alla cerimonia svedese. Il successo del blog ha favorito la creazione di una pagina Facebook ed è stato il volano per la realizzazione del film. Come dire, dalla parola nel web all’immagine digitale il passo è sempre più breve. Lei disse sì diventa quindi un esempio di cinema social, di cinema che attinge ad esperienze 2.0 e sfrutta sistemi di condivisione partecipata per attuare nuove modalità di finanziamento. Forse, per i puristi, il cinema è un’altra cosa. Ma al di là dei giudizi sul valore artistico di certe operazioni, sorprende che, sempre più spesso, non serva una sceneggiatura per realizzare un film. Il film è la vita stessa, direbbe qualcuno. E, in tempi in cui la filosofia di vita, a torto o a ragione, è quella della condivisione, la sfera privata trova una legittimazione anche come forma di spettacolo e di interesse collettivo.

Michele Nardini
Michele Nardini
Michele Nardini è laureato in Cinema, Teatro e produzione multimediale all’Università di Pisa e ha alle spalle un Master in Comunicazione pubblica e politica. Giornalista pubblicista, sta maturando esperienze in uffici stampa e in redazioni di quotidiani, ma la sua grande passione rimane il cinema

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