Martina Bramkamp, prima della laurea in animazione al Royal College of Art, ha studiato comunicazione e design in Germania. Stanziata a Londra, insegna alla Kingston University oltre a curare il corso d’animazione per il London College of Communication.
Il suo lavoro come animatrice freelance l’ha portata a collaborare con moltissimi brand e le ha consentito di sperimentare in una varietà di contesti trans-mediali, tra illustrazione, animazione tout court, fotografia, scultura, grafica e il variegato mondo delle installazioni.
Wirrwarr, presentato in concorso nella sezione corti del Lucca Film Festival curata da Rachele Pollastrini rientra nell’ambito della cosiddetta “mixed media animation“, una convergenza di stili e tecniche che serve all’autrice per celebrare cento anni del movimento Dada.
Il background storico viene sostenuto da una serie di parole chiave tese a sottolineare alcuni aspetti storici e filosofici Dadaisti.
I segni e il lettering diventano a loro volta momenti di animazione mutante, gesti puri che trasmutano il segno in figura, procedendo oltre il significato e la portata storica raccontata, tanto che tra digitale e collage, il minuto densissimo di Wirrwarr è un vero e proprio trionfo delle tracce sedimentate nella forma, come accade oggi quando si guardano nuovamente le title sequence di Saul Bass.
Quando la dimensione ludico-lirica prende il sopravvento, Wirrwarr diventa una versione ipertrofica, selvaggia e spontaneista delle strategie pubblicitarie legate all’animazione, con la memoria rivolta ai giochi fantasmagorici di Alexandre Alexandrovitch Alexeieff.