lunedì, Novembre 18, 2024

Nella tana dei lupi di Christian Gudegast: la recensione in anteprima

Esordio dietro la macchina da presa dello sceneggiatore statunitense Christian Gudegast (Attacco al potere 2), l’action movie poliziesco Nella tana dei lupi affronta le dinamiche di una Los Angeles contemporanea, meno nota, al centro di una guerriglia continua a suon di rapine quotidiane. Nel farlo Gudegast ci presenta un racconto dai contorni quasi noir e fortemente ambigui: se da un lato troviamo una banda super organizzata di criminali, intenti ad un forte rigore pratico e prettamente militare, dall’altro la squadra anticrimine del dipartimento dello sceriffo di Los Angeles è una formazione allo sbando, più legato alla lussuria, all’alcool e al discernimento volgare della legge, presa e utilizzata a proprio piacimento.

In questo drastico ribaltamento dei ruoli, volutamente privo di qualsivoglia figura eroistica, i due capi dei rispettivi schieramenti si affrontano in quella che, malgrado i coinvolgimenti sul campo, appare più una battaglia personale.

Negli Outlaw troviamo Ray Merriman (Pablo Schreiber), uscito dal carcere dopo sei anni di prigione e intento, con la sua squadra, a puntare sul colpo della vita. Impassibile e sprovvisto di timori, rigidamente impostato su una disciplina rigorosa e incrollabile. Nei Regulator è “Big Nick” O’Brien (Gerard Butler) il capo indiscusso, avvezzo alla dissolutezza e a dissipare ogni principio etico tanto da perdere l’unico elemento caro della sua vita, la famiglia.

La figura di Nick, interpretato da un buon Gerard Butler al meglio della sua forma, è il punto di merito della pellicola: la vera guerra si attesta nel dramma interiore che vive quotidianamente, incapace di raggiungere un minimo accenno di equilibrio e perso nella disperazione di essere tragicamente corrotto nella sua stessa essenza. Nutrito di eccessi, nella sua vita non può trovare posto nulla di concreto e amabile e a poco servono le lacrime causate dall’abbandono del nucleo familiare, da esso ripudiato con un comportamento lascivo e incurante.

Vi è un buon compromesso nel lavoro di Gudegast, affacciato al ritmo serrato e accattivante del tipico action movie con una base introspettiva e di forte riflessione. Pur sostando nel filone mainstream vi si denota una dose di inadeguatezza al classicismo del genere, certamente più che apprezzabile.

Redazione IE Cinema
Redazione IE Cinema
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