venerdì, Novembre 22, 2024

Predators di Nimrod Antàl (Usa, 2010)

Una task force casuale capitanata da un imperdonabile Adrien Brody, salvato dal mostro alieno, ma dilaniato dal doppiaggio, si trova senza sapere perché in una giungla che a prima vista potrebbe sembrare l’ Amazonia, ma che, più avanti, si scoprirà essere un pianeta-riserva dei Predators, nel quale essi sperimentano nuove tecniche di caccia. I protagonisti sono tutti a loro volta dei predatori sulla Terra, radunati in una sorta di reality show extra-terrestre. Membri delle forze speciali, narcotrafficanti (uno scellerato Danny Trejo, come poteva mancare in un film che reca il marchio di fabbrica di Robert Rodriguez, prima vittima dell’ essere pluridentato con i dreadlocks), guerriglieri della Sierra Leone, terroristi sandinisti (colto richiamo al capo-saga firmato Mc Tiernan), milizie cecene, yakuza, ergastolani, dottori psicopatici. Le loro storie si scopriranno volta per volta con annessi inevitabili colpi di scena. Il primo elemento che spicca è quindi una raffinata operazione di mash up tra Lost (gruppo di dispersi in un una giungla tropicale, i cui vissuti emergeranno con lo scorrere della narrazione) e Avatar (il pianeta brulica di flore e faune amene, quasi barocche), ma non c’ è solo questo. Con la fine del primo tempo appare finalmente il vero protagonista della storia e, come ci siamo abituati nei precedenti, si mantiene l’ iconografia intatta ma cambia totalmente il rigore filologico. Si scopre grazie ad un auto-parodizzato Laurence Fishbourne, spuntato dal nulla e ripiombatoci forse troppo presto, unico superstite di una sventurata missione precedente, che le razze aliene sono due, una più grande e più cattiva, l’ altra più buona e comprensiva e che entrambi hanno una straordinaria capacità di reazione di fronte a ciò che li colpisce. Ed imparano molto in fretta come difendersi e diventare sempre più forti. Questo naturalmente non fa paura a Brody (un duello con Schwarzy perso in partenza che diventa un’ ecatombe quando si mette a fare il duro) che vuole a tutti i costi rapinare gli alieni della loro astronave e ritornarsene a casa, con o senza gli altri. Ce la farà. Colta l’ operazione di recupero di personaggi, gesta, valori, ambienti e battute del nefasto Action Movie anni 80, in un momento storico in cui ci sarebbero (a volontà) le potenzialità tecniche per migliorarlo ma la penuria (grave) arriva dagli attori. Forse questo vuole Rodriguez (produttore) più ancora del suo pupillo Nimrod Antàl (buono anche il suo lavoro precedente Blindato!): farci sentire la mancanza (mai ravvisata) di Stallone, Schwarzenegger, Seagal, Norris, Van Damme, Lundgren & co. La malinconia indelebile nel volto di Brody, assolutamente fuori contesto, non fa nemmeno simpatia. Il film però c’ è tutto e riabilita il mostro dai devastanti capitoli precedenti (a partire dal numero due, per finire agli indegni Alien vs Predator). Le scene d’ azione sono potenti e non violente (ovviamente sempre nei canoni della brutalità da veri machi), gli ambienti e la computer grafica sono a dovere e la storia sta in piedi (gelata qua e là da momenti di stanca).

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