martedì, Novembre 5, 2024

RomaFictionFest 2010 – ITV Television – My Friend Michael Jackson: Uri’s Story (Uk, 2009)

Cosa non è stato ancora detto a proposito di Michael Jackson? La sua bizzarra infanzia, il successo, la sua pelle, i suoi gusti, le stranezze, Neverland, le accuse di pedofilia, il processo, le traversie economiche, gli annunciati ultimi cinquanta show londinesi e il drammatico epilogo con il funerale barocco nella bara dorata; tutto sviscerato fin nei più sordidi particolari. I rumors intorno a questo straordinario personaggio spesso hanno messo in secondo piano il suo eccezionale e indubbio talento alimentando un mito quasi tutto al negativo. My Friend Michael Jackson, Uri’s Story è uno dei tanti documentari sulla pop star usciti nell’ultimo anno, e forse uno dei meno interessanti se non fosse che l’ “amico” di Jacko stavolta è Uri Geller: il prestigiatore, salito alla ribalta negli anni Settanta piegando posate e chiavi col pensiero via tubo catodico. La prova di questo intenso rapporto d’amicizia (Michael secondo le parole del sensitivo fu uno dei suo ammiratori della prima ora) è un video del rinnovo dei voti nuziali fra Geller e Signora al quale Michael Jackson partecipò come testimone dello sposo. Fu Mohamed Al Fayed, l’ex proprietario dei magazzini Harrods di Londra e padre di Dodi (l’ultimo compagno di Lady Diana scomparso insieme a lei dopo l’incidente automobilistico dell’estate del 1997) a presentare Uri a Michael; parte del documentario mostra infatti una visita notturna da Harrods organizzata durante un viaggio di Jackson a Londra nel 2001. Uri Geller continua a parlare del suo amore e della sua ammirazione per l’amico svelando un improbabile progetto che afferma gli fosse stato suggerito da un ingegnere vicino agli ambienti della NASA, ovvero quello di spedire il re del pop sulla luna per fargli eseguire laggiù il suo celebre moonwalker. È con una certa tenerezza che con la voce rotta dal pianto che Uri, che negli anni Ottanta fu denunciato da una donna che aveva contratto una gravidanza indesiderata dopo che il celebre illusionista le aveva piegato la spirale inserita con il potere del pensiero (Wikipedia source), fa ascoltare un messaggio lasciatoli da Michael in segreteria nel quale si diceva emozionatissimo del progetto di un viaggio sulla luna. Timido, ingenuo e un po’ credulone lo definisce Uri teneramente. Altro momento saliente è una visita di Uri e Michael al Parlamento di Londra (pare che Jackson volesse assolutamente incontrare la Regina) ed una puntatina a Paddington Station. Non mancano le scene del delirio collettivo generato dalla visita della pop-star nel Regno Unito e alcune testimonianze, le più sincere, dei giovani fans, come quello di una ragazza, all’epoca del viaggio in Inghilterra ammalata di cancro, che durante la visita che Michael le fece offrendogli appoggio e infondendole coraggio non riusciva a staccare gli occhi dal suo naso domandandosi come facesse a respirare con delle narici tanto piccole. Come spesso accade guardando documentari sulla vita di Michael Jackson non si può non notare l’affetto genuino che egli aveva per il suo pubblico; ma c’è un colpo di scena: la profonda amicizia Michael-Uri si interrompe burrascosamente nel 2003 dopo l’uscita del controverso Living With Michael Jackson, il documentario girato dal giornalista inglese Martin Bashir che diede inizio ai problemi legali di Jackson accusato di pedofilia. Era stato proprio Uri Geller a presentare i due e a dare involontariamente inizio a questa catena di eventi giudiziari, conclusi con l’assoluzione della star nel 2005. È con le lacrime agli occhi che Uri ricorda il suo amico che, dice, è sempre rimasto nel suo cuore; racconta di aver appreso con grande dolore della sua scomparsa (oltretutto dice di averlo spesso messo paternalisticamente in guardia verso l’abuso di farmaci). E rispetto alle gravissime accuse che hanno scatenato il processo? Uri sorride serafico e racconta di aver domandato a Michael, dopo averlo ipnotizzato, se avesse mai molestato un minore, e che la risposta negativa aveva fugato ogni suo dubbio.

Redazione IE Cinema
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