Curata da Jeffrey Lieber; prodotta dalla Jerry Bruckheimer Television e Warner Bros. Television.
Dr Mattew Proctor: «Il mio segreto, il mio profondo e oscuro segreto, è che sono bravo a mantenere segreti.»
I serial “medicali”, da ER in poi, hanno avuto sempre un grande successo di pubblico. Forse perché le storie incentrate su piccoli gruppi di persone che lavorano in situazioni ad alto rischio sono particolarmente coinvolgenti, forse per l’onnipresente sottotema della morte che mantiene alta la tensione o forse perché il binomio malattia-cura è metafora di qualcosa di grande che si nasconde nell’inconscio collettivo. Il fatto è che i medicals continuano ad essere prodotti e a diventare fenomeni costume (Dottor House, Grey’s Anatomy, Privacte Practise). Miami Medical è ambientato nell’assolata città della Florida, e, almeno per quanto visto nel pilota presentato al RomaFictionFest nulla aggiunge e nulla toglie ai serial a tema medico-ospedaliero già in circolazione; c’è un giovane talentuoso ma incosciente, una bella dottoressa esule cubana, una insicura tirocinante alle prime armi, un mentore che entra in crisi e naturalmente un bel dottore dal misterioso passato. Miami Medical, che come informa IMBD è stato cancellato dopo solo una stagione, non vanta nel cast nomi di richiamo tranne quello del protagonista, Jeremy Northam, il talentuoso attore inglese di Carrington, Emma, The Golden Bowl, Godsford Park e Possession noto al pubblico televisivo per aver interpretato il ruolo di Tommaso Moro ne I Tudors a fianco di Jonathan Rhys Meyers. È un po’ bizzarro vedere Northam, che in Godsford Park, una delle ultime fatiche di Robert Altman, oscurava l’astro nascente di Clive Owen interpretando il ruolo di Ivor Novello, incontrastata icona del cinema muto inglese, dimagrito (forse per adeguarsi ai severissimi standard sul peso cui sono soggetti gli attori di TV da Callista Flokhart in poi) e con i capelli innaturalmente biondi, ricucire arti pronunciando battute come «Spero questa non sia la mano con la quale è solito masturbarsi!» a pazienti storditi dalla morfina. Come si dice in questi casi “The show must go on”, e se per un brillante attore che ha esordito a teatro a Londra nel ruolo di Hamlet sostituendo Daniel Day Lewis, che, leggenda vuole fosse svenuto per aver avuto una visione del padre morto da poco mentre recitava il monologo del principe di Danimarca, il mercato propone questo, probabilmente c’è un’ottima spiegazione che però noi ignoriamo.