domenica, Novembre 17, 2024

Sámi Bood di Amanda Kernell: la recensione in anteprima

La giovane cineasta Amanda Kernell, al debutto sulla lunga distanza, ci porta in un mondo freddo, lontano e complesso con un film che racconta l’incredibile forza di volontà tesa verso il cambiamento.

La linea di confine è tra du culture, quella Sami, popolo indigeno nella regione della Lapponia e di cui fa parte la giovane Elle-Marja (Lene Cecilia Sparrok) e quella svedese nella quale la stessa protagonista cercherà in tutti i modi di integrarsi lasciandosi il passato e la sua identità alle spalle.

Il film si apre con Christina (nome fittizio di Elle-Marja), tornata dopo anni nella sua terra natale per dare l’ultimo saluto a sua sorella ormai defunta. Guardata con disprezzo, la donna non si sente a suo agio, giudicata ed esclusa osserva con distacco la realtà che la circonda. A fare chiarezza sui motivi, un flashback che fa regolerà l’andamento dell’intera narrazione.

Si torna quindi all’infanzia di di Elle-Marija dentro le mura di un collegio svedese insieme a sua sorella minore Njenna (Mia Erika Sparrok) dove il tema principale è sempre quello dell’integrazione. Elle-Marija infatti ha una marcia in più, è più matura rispetto alle sue compagne, il che la porta ad essere vista come una ribelle, e di conseguenza rifiutata. Ma la donna rimane salda sui suoi ideali, riesce a percepire un mondo di possibilità, di sogni al di là di quelle mura, lontano da quell’isolamento in cui è nata e vissuta.

Per raggiungere i propri scopi è dunque disposta a tutto, persino rinnegare la propria identità e il proprio passato.

Decide cosi di cambiare vita, il proprio nome, il proprio destino. Decide di bruciare i suoi vestiti, ad abbandonare la sorella minore e la madre pur di sentirsi veramente libera, o meglio, pur di sentirsi veramente se stessa. Ma sarà ciò che realmente desidera?

Sami Blood è un film sensibile, delicato e profondamente toccante che a tratti ricorda la freschezza delle prime opere del regista ceco Miloš Forman. L’ottima fotografia firmata da Sophia Olsson, riesce a trasmetterci quel senso di solitudine interiore ed esteriore che vive la protagonista, all’interno di una cultura in cui non si identifica e dalla quale cerca disperatamente di fuggire.

Marcello Becca
Marcello Becca
Marcello Stefano Becca è laureato in scienze della comunicazione preso l’Università di Bologna, dove studia attualmente il corso di laurea magistrale in comunicazione pubblica e d’impresa. Appassionato di cinema e fotografia, produce cortometraggi

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