domenica, Dicembre 22, 2024

Sexy Shop, tra assurdità e verità: l’intervista a Maria Erica Pacileo, Fernando Maraghini e Andrea Chimenti

Come è nato il progetto di Sexy Shop il film?

 Maria Erica Pacileo e Fernando Maraghini: Sexy Shop nasce da un’idea di Vincenzo Marega che ci ha contattati nel 2010 per chiederci di occuparci della regia del film, in quanto egli, apprezzando i nostri precedenti lavori in ambito musicale e documentaristico,era rimasto colpito dalle nostre personali modalità di ideazione, di ripresa e di montaggio. Accettammo di condividere con Vincenzo questa particolare avventura alla condizione di poter avere nel ruolo di protagonista il cantante e compositore Andrea Chimenti, del quale da anni seguiamo affettivamente e collaborativamente la carriera. Chimenti, con il suo talento è capace di spaziare in vari ambiti artistici e rappresentava a nostro avviso l’interprete giusto e l’elemento necessario per garantire al nostro film un certo equilibrio formale ed espressivo.
Abbiamo voluto raccontare la storia di Luca, un musicista cinquantenne esodato dal sistema e forse esodatosi da se stesso con le proprie mani, a causa di tutta una serie di paure e debolezze che gli hanno impedito di prendere in mano la propria vita. Il film racconta anche la storia di un’ amicizia tra tre vecchi compagni di scuola, con destini diversi ma capaci di influenzarsi a vicenda. E poi, nelle modalità di realizzazione delle riprese e del montaggio abbiamo voluto esprimere il nostro personale omaggio nei confronti dell’amore per la musica.

Siete due affermati registi di videoclip. Che differenze avete riscontrato tra la realizzazione di un video musicale e quella di un’opera cinematografica?

Maria Erica Pacileo e Fernando Maraghini: Secondo noi non ci sono differenze così incolmabili tra la realizzazione di un videoclip, un film o un documentario. Occorre sicuramente una buona dose di incoscienza e un’ altrettanto buona dose di organizzazione e preparazione. Sexy shop  è il nostro primo film in uscita nelle sale italiane, ma in passato abbiamo realizzato due lungometraggi, uno dei quali, dal titolo Film  con Damiano Foá e Olivier Dubois, prodotto dai francesi e mai distribuito in Italia. Abbiamo pubblicato per la casa editrice Zona su DVD il film Cantico dei Cantici interpretato da Alessandra Bedino e realizzato nel 2009 About Beautiful, un progetto sperimentale interpretato da Howie B, Marlene Kunz, Gianni Maroccolo e altri artisti. About Beautiful potrebbe essere distribuito il prossimo anno. Tornando alla domanda, un lungometraggio di fiction ha come elemento principale la presenza e il rapporto con gli attori. Sul set di Sexy Shop avevamo solo 4 attori provenienti da esperienze cinematografiche professionali, mentre il resto del cast era totalmente da ‘ammaestrare’, e ed è stato divertente dirigere cantanti e musicisti alla loro prima esperienza interpretativa. Quando lavoriamo abbiamo come obiettivo primario quello di mettere l’attore a proprio agio. Desideriamo aiutarlo a tirar fuori il proprio talento attraverso un processo di serenità interiore che passa attraverso il  gioco e il divertimento. L’atmosfera che si respirava sul set, a detta di tutti coloro che vi hanno preso parte, era densa di magia e di stupore. É assoluta responsabilità dei registi armonizzare il lavoro e le risorse umane. E immodestamente, indipendentemente dal risultato, siamo sicuri di aver lavorato con generosità. Andrea Chimenti, che per noi rappresenta uno dei massimi artisti italiani, ci ha regalato un’interpretazione intensa e leggera allo stesso tempo e alcune sue musiche bellissime. Una grande prova di talento e capacità di mettersi in discussione. Siamo anche particolarmente felici per la presenza di Uberto Kovacevich nel ruolo di Uberto Stacci, il proprietario del Sexyshop. Conosciamo Uberto dal 1976 e crediamo di poterlo definire uno dei maggiori talenti della nostra scena teatrale e cinematografica.

 Per quale motivo la scelta del sexy shop?

 Maria Erica Pacileo e Fernando Maraghini: Il sexy shop  è il luogo delle multi-personalità di ognuno di noi, dei nostri desideri nascosti e inconfessabili e non solo necessariamente a carattere sessuale. Abbiamo cercato di accentuare la personalità dei personaggi attraverso una cura abbastanza maniacale delle loro caratteristiche psico-fisiche. Abbiamo estremizzato e poeticizzato la location del negozio pensandola come uno spazio teatrale, un piccolo palcoscenico con tanto di tenda rossa di velluto a mo’ di sipario, per meglio esprimere l’assurdità e la verità delle micro storie che gravitano intorno alla vicenda di Luca. Storie catapultate all’interno del negozio e spesso respinte all’esterno dall’insofferenza e l’inadeguatezza di Luca, nel ruolo di commesso e padre-confessore.
Durante le riprese ci siamo fatti delle sane risate e anche degli scherzi niente male. Mai un momento di attrito o tensione, solo il piacere di lavorare. Non smetteremo mai di ringraziare ogni singolo elemento della troupe, che ha lavorato con una dedizione e professionalità uniche: tra tutti vogliamo sottolineare le grandi capacità professionali e umane della nostra aiuto regista Daniela Bressanutti, una presenza insostituibile.

Progetti futuri?

Maria Erica Pacileo e Fernando Maraghini: Stiamo ultimando la sceneggiatura di Antigone, un film ispirato alla tragedia di Sofocle. Siamo abbastanza fiduciosi di riuscire a portarlo nelle sale tra un paio di anni. Nel frattempo aspettiamo di sapere se Bisiafilm produrrà il film La Paura, ispirato al racconto di De Roberto. Ci incuriosisce l’idea di ritornare a lavorare in Friuli e soprattutto di affrontare una storia legata alla Grande Guerra, ma per adesso questo progetto è in alto mare. Stiamo iniziando a lavorare proprio in questi giorni  ad un documentario sulla vicenda della piccola Sofia, affetta da una malattia neuro degenerativa terminale. Il documentario vorrà anche raccontare dell’attività svolta dai genitori di Sofia, che hanno fondato per aiutare le famiglie colpite dallo stesso problema, l’associazione Onlus Voa amici di Sofia, con sede a Firenze.

Andrea, come è stato vestire i panni dell’attore? In che modo hai lavorato con i registi sul tuo personaggio?

Andrea Chimenti: Ho cercato di affrontare il personaggio con molta leggerezza. Luca  per certi aspetti mi somiglia e questo mi ha reso il compito più facile. Un  po’ di esperienza in campo teatrale mi ha aiutato a seguire le indicazioni dei registi. Abbiamo avuto poco tempo per le prove, ma Fernando e Erica sanno ottenere quello che vogliono e sanno come tirartelo fuori. Hanno una forte esperienza non solo registica, ma anche attoriale e teatrale. Hanno saputo creare un clima disteso che mi ha dato la possibilità di divertirmi e giocare sul set, e credo che questo sia essenziale per recitare in una commedia dando il meglio di sé.

Cosa rappresenta per te questo film?

Andrea Chimenti: Credo che fino a pochi anni fa non avrei accettato di fare il protagonista in una commedia così diversa da quelle che sono le atmosfere in cui normalmente mi muovo. Per me Sexy Shop rappresenta un esperimento, un mettermi in gioco. La regia di Maraghini-Pacileo mi dava la garanzia che sarebbe venuto fuori qualcosa di speciale e così è stato. E’ un film folle, uno straordinario fumettone che mette in luce il disagio di una generazione post ’68 che ha visto infrangersi sogni e aspettative, ma tutto questo nell’assoluta ironia. Non a caso tutto si svolge in un negozio di sexy shop che ben rappresenta una realtà plastificata e un po’ baracconesca.

Sexy Shop racconta i fallimenti di una generazione, raccontaci il tuo punto di vista.

Andrea Chimenti: Ebbene sì, una sorta di fallimento generazionale, ma pur sempre con una possibilità di riscatto finale. Credo che la nostra generazione sia stata vittima delle lusinghe di un vivere facile, dove per il denaro abbiamo messo da parte molti valori, abbiamo distrutto il vecchio senza costruire alternative, abbiamo lasciato che nascessero luoghi di potere come quello televisivo, siamo stati ammorbati da immagini e parole, abbiamo lasciato spegnerci gradatamente fino al silenzio e oggi mi appare un’Italia che tace a cui basta gettare l’ultimo modello della tecnologia sul mercato per distrarla, come ad un cane l’osso. I nostri giovani non sanno quale sarà il loro domani e spero che si incazzino, ma tanto e io sarò con loro.

Ci sono state difficoltà nella lavorazione del film?

Andrea Chimenti: Le difficoltà ci sono sempre, soprattutto quando la produzione è indipendente e si è costretti a fare la moltiplicazione dei pani e dei pesci. Vincenzo Marega (produttore del film per la Bisiafilm) è riuscito a portare fino in fondo questo lavoro che si è avvalso di un budget bassissimo. Fondamentale è stata l’ingeniosità di tutti. Ho visto fare cose rocambolesche a Fernando e Erica dimostrando che la passione supera ogni difficoltà e che se ancora in questo paese si realizzano dei buoni progetti, è grazie all’impegno dei singoli, alla passione e alle capacità che ancora inspiegabilmente sopravvivono.

Similitudini e differenze con il personaggio che hai interpretato…

Andrea Chimenti: Come dicevo prima Luca mi somiglia sotto diversi aspetti se non altro per il fatto che è un musicista. Anche alcune sue difficoltà di vita mi hanno ricordato le mie. Ma lui appare stufo del proprio vivere ed è molto cinico, in questo lo sento lontano da me.

Progetti per il futuro?

Andrea Chimenti: Lo stesso giorno dell’uscita del film uscirà per la casa editrice Zona il mio primo romanzo dal titolo Yuri. Una storia a cui tengo molto dalla quale è nata anche l’idea di un cd di canzoni che porta lo stesso titolo e che uscirà ad ottobre.

Claudia Fratarcangeli
Claudia Fratarcangeli
Claudia Fratarcangeli, laureata in Storia e critica del cinema, ha studiato come attrice frequentando varie accademie private, recitato in diversi cortometraggi, film indipendenti, spettacoli teatrali.

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