domenica, Dicembre 22, 2024

Sotto una buona stella di Carlo Verdone: una famiglia precaria

La perdita del lavoro, una vita precaria piena di imprevisti che destabilizza anche gli affetti e la famiglia: lo scenario esistenziale del precedente “Posti in piedi in Paradiso” torna nel nuovo film di Carlo Verdone “Sotto una buona stella”.
Il carico di amarezza velato di umorismo viene questa volta spartito con Paola Cortellesi, per la prima volta in coppia con Verdone, in un duetto comico assolutamente riuscito. Il film racconta la “seconda vita” di un padre travolto dalla convivenza forzata con due figli ormai grandi, lasciati fino a quel momento all’ex moglie senza preoccuparsene al di fuori dei doveri economici. Il caos innescato dalla presenza dei ragazzi scatenerà una crisi aggravata dalla mancanza di lavoro e dall’impossibilità di trovarne uno, gonfiando di risentimento e incomprensioni le dinamiche quotidiane fino all’esasperazione.

Nella difficile quotidianità di questa famiglia sui generis si intrufola una vicina di casa dalla vita altrettanto problematica, che aiuterà comunque i suoi nuovi amici a ritrovare un equilibrio uscendo dall’immobilismo per cercare di realizzare i propri desideri. Il racconto indugia sull’interazione tra i personaggi con la classica commistione di comicità e malinconia del miglior Verdone d’annata, pur mancando qui la freschezza e la verve delle pellicole interamente rette sulla fortissima capacità mimica di un attore capace di indossare irresistibili maschere umane.

Il valore aggiunto di “Sotto una buona stella” sta proprio nelle doti attoriali dei mattatori Verdone-Cortellesi, in grado di reggere esilaranti siparietti senza però riuscire ad emergere come personaggi strutturati e caratterizzati. La sceneggiatura apre molte strade tratteggiando, insieme ai due protagonisti, le figure dei figli alla ricerca della propria strada, alle prese con una carriera artistica piena di frustrazioni ma anche di spunti poetici, che si muove in un sottobosco fatto di tanti ciarlatani in cui solo un incontro casuale con la persona giusta può veramente farti svoltare per sempre. Spunti pieni di buone intenzioni che rimangono però inesplorati e non permettono al plot di crescere e agli spettatori di seguire fino in fondo la narrazione, introdotta e abbozzata come fosse sempre in procinto di svilupparsi, senza che questo avvenga fino in fondo.

Il dialogo si diluisce così intorno a due o tre azioni mentre lo scorrere del tempo si avverte purtroppo più di una volta nel corso del film, con la sensazione che qualcosa poteva essere eliminato per dare più ritmo alla visione e non reggere tutto sugli ottimi momenti comici nati anche dal contrasto tra il mondo degli adulti pieno di complessi e remore morali, e la naturalezza quasi incosciente delle nuove generazioni che Tea Falco e Lorenzo Richelmy riflettono alla perfezione con la loro espressività un po’ svagata e sfacciata.

Un gran bel potenziale sfruttato però solo in parte, incapace di far brillare come in altri lavori l’astro istrionico di Carlo Verdone e di Paola Cortellesi, che insieme promettono davvero bene e potrebbero forse riprovarci con maggiore successo. Le sorti dei protagonisti più maturi e dei giovani che li accompagnano quasi sullo sfondo vengono nell’epilogo liquidate abbastanza frettolosamente, lasciando al pubblico un sorriso bonario ma anche il bisogno di saperne di più sulle motivazioni delle loro scelte e su alcune vicende narrative perse per strada.

Elisabetta La Micela
Elisabetta La Micela
Elisabetta La Micela si è laureata in Editoria e specializzata in Discipline dello spettacolo all’Università “La Sapienza” di Roma. Giornalista pubblicista, si occupa di scrittura creativa per diverse riviste on line e per la televisione, oltre ad aver maturato un’esperienza parallela nel campo della didattica e del teatro sociale.

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