Jonathan Weiner, Sarah Joncas, Aaron Jasinski, Sergio Mora, Andy Fluon Jonathan Pannacciò, Nathan Spoor (Novembre 2007)
@ DOROTHY CIRCUS FINE ART GALLERY – RM
Una tendenza impregnata di suggestioni, platealmente visionaria e squisitamente fantasy con l’esigenza, ma non la pretesa, di offrire un’interpretazione ir-reale di un substrato che è parte del vissuto contemporaneo.
Schegge di vita riprodotte in brandelli di sogno. Una prospettiva seducente della quale non si dovrebbe non subire il fascino.
Atmosfere dis-incantate in cui convivono eterni il senso di incompiuto e la proiezione verso illusioni richiamate dalla realtà.
Evocazioni da un’infanzia che non si evolve ma si estende con i suoi echi nelle forme dai colori pastello, nelle distonie dei volti di bambini senza età, dei paesaggi fantastici incorniciati da balocchi feticcio.
C’è qualcosa di sfacciatamente vero nascosto tra i tratti delle tele, sono proiezioni di una realtà cruda che auto-denuncia tormento e spasimo attraverso la sincerità sfrontata di occhi illibati eppure consapevoli.
Ragazze metropolitane tratteggiano nelle estensioni corporali di sé stesse le loro idee, paranoie, voglie, tenerezze, vanità, desideri, infranti e compiuti, in un tutt’uno con la città che le inghiotte, che le vive piuttosto che essere vissuta.
Messaggi nudi nelle forme che delineano fattezze senza logica continuità di pensiero.
Ti ritrovi a contemplare, illuderti di comprendere e poi cambiare prospettiva, chiedendoti dove finisce il significato e comincia il possibile, l’immaginato.
La sensazione di una palpabile realtà rielaborata. Regressioni proiettate nel futuro e allo stesso tempo perfettamente incastonate nel presente.
Ma anche rappresentazione visionaria di un mondo onirico che non ha bisogno di connessioni logiche. Dove il tempo è relativo. Oppure non esiste.
Le immagini, in ordine di apparizione sono:
Natan Spoor-The day’s remission
Jonathan Weiner – Untitled
Sarah Joncas – Where the Cold Wind Blows
Aaron Jasinsky – Tentacles of the Muse