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Survivor di James Mcteigue: la recensione

È un corpo a corpo tra Milla Jovovich e Pierce Brosnan il nuovo film di James McTeigue (V per Vendetta, The Raven). Lei ufficiale dei servizi segreti incaricata di tener alto il livello di guardia sulle richieste di visto per gli Stati Uniti, lui killer spietato dalla mira infallibile noto come l’orologiaio.
Quando il dottor Balan fará il suo ingresso in America per un convegno, sará tartassato dalla Abbot (Milla Jovovich) per alcune informazioni non troppo rassicuranti; eccesso di zelo e violazione del protocollo obbligheranno i suoi superiori a farle la ramanzina di rito, un po’ come succedeva nei settanta dentro l’ufficio di Harry Callaghan.

Al centro di un progetto terroristico con tanto di insiders, Kate è l’unica sopravvissuta di un attentato dove hanno perso la vita parte dei suoi colleghi. È il primo di una serie di eventi frutto del caso che spingeranno la donna progressivamente fuori sincrono rispetto a quello che sta accadendo intorno a lei. In corsa contro il tempo Kate viene braccata dagli stessi servizi segreti che la credono ingiustamente colpevole di alcuni crimini, mentre deve vedersela con l’orologiaio diretto a Times Square per la notte di capodanno con l’intenzione di trasformare la festa in un bagno di sangue.

McTeigue costruisce un vero e proprio action thriller ad orologeria sfruttando l’idea di tempo come struttura ritmica che regola l’andamento del film e principio sul quale si fonda il confronto tra i due personaggi.

Quando Kate rimane senza un soldo, per chiamare l’unica persona di cui si fida si fará prestare un cellulare da parte di un’operatrice di un money exchange in cambio del suo orologio, così come la corsa per fermare l’attentato a New York sará un tentativo di recuperarlo quel tempo, per evitare che il countdown si fermi e l’orologio a idrogeno finisca in mille pezzi causando la morte di migliaia di persone.

Se Kate lotta per sopravvivere all’inesorabilità del tempo, Bill Talbot (un dolente Robert Forster) attende senza speranza il figlio morto nella guerra in Afghanistan, congelando l’istante  in una stanza chiusa a lucchetto, dove è nascosto un vero e proprio mausoleo di ricordi con le foto del ragazzo. Esattamente come per il dottor Balan quello di Bill è un desiderio di vendetta che è causato dai crimini geopolitici degli Stati Uniti, tanto da trasformare le vittime in una vera a propria minaccia interna, dove i nemici della nazione sono in fondo gli stessi suoi figli, acquisiti o “naturali”.

McTiegue si serve di questa impalcatura per tendere al massimo la lotta tra la Jovovich e Brosnam, in una lunga sequenza di colpi di scena dove la corsa sopra e sotto la cittá è una continua violazione di quei confini (i sotterranei, i voli continentali, il tassista clandestino) entro i quali i servizi segreti si immaginano di preservare la sicurezza del paese.

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