Tagli – il cinema di Dario Argento,
(2008, Roma: Centro Sperimentale di Cinematografia / Fondazione Pesaro Nuovo Cinema onlus – pp 191,€ 23.00)
Distribuito tra la documentazione e le pubblicazioni diffuse durante l’ultimo Festival di Pesaro in occasione della retrospettiva completa dedicata al cinema di Dario Argento, Tagli – il cinema di Dario Argento è un volume che raccoglie quasi 100 pagine di immagini in bianco e nero, tra fotogrammi e preziose foto di scena. Introdotto da tre brevi saggi di Vito Zagarrio, Luca Pallanch e Domenico Monetti e da una conversazione con Dario Argento del 6 marzo 2008, si sviluppa attraverso una serie di cellule tematiche legate a quel procedimento teorico che tende ad indagare le ossessioni di un autore in base alla ripetizione: Acqua, Cadaveri, Spazi, Edifici, Attori, Attrici, Bambini…..
Quello che colpisce, nella totale assenza del colore, è la forza centrifuga dello spazio argentiano fotografato da un occhio esterno; la funzione pratica dell’oggetto fotografico non azzera la complessità di uno sguardo che senza Tovoli o Ronnie Taylor rivela comunque una flagranza capace di squarciare il velo del décor. Le geometrie glaciali del Cartaio e lo spazio pluridirezionale di Inferno mostrano anche all’osservatore più distratto la forza combinatoria di un occhio ec-centrico fuori dalla paralisi dello sguardo. Autore presente e assente a se stesso, Argento è un vero e proprio Cartaio nella ricerca di una strategia obliqua che possa scompaginare la serie nella virtualità dell’esperienza. Gli scatti di Carlo Ontal (pag. 71) dentro il set di Trauma, per esempio, sono strani arcimboldi che colpiscono per composizione e tensione che spinge l’occhio fuori dal frame; in quello che è uno dei più bei film sul contrasto tra visione empirica e distorsione traumatizzata del vedere, le teste mozzate, anche dalle pagine di questo bel volume, ci guardano e guardano oltre.