La giornata del 15.06.2011 al Taormina Fim Fest 2011 è cominciata con una masterclass tenuta dal regista francese Patrice Leconte durante la quale si è parlato del mestiere del regista, del confronto talvolta doloroso di un autore con il suo pubblico quando questo dimostra di non aver compreso il suo lavoro e della volontà di preservare un aspetto più artigianale del fare film a dispetto dell’avanzare del 3D e del montaggio digitale.
Presentato in esclusiva per il Concorso Mediterranea, dopo l’esordio nella Quinzaine des Réalisateurs a Cannes, Sur La Planche primo lungometraggio della documentarista marocchina Leila Kilani: la discesa all’inferno di una giovanissima operaia di Tangeri in cerca di riscatto. Un’opera cruda, essenziale, scandita dal continuo monologo interiore della straordinaria protagonista Soufia Issami. : «Questo potrebbe sembrare un film naturalista, ma non lo è. Gli scenari sono stati tutti scelti con cura ed è stato montato molto consapevolmente. Sono debitrice nei confronti del neorealismo italiano che ha profondamente ispirato il mio lavoro, da sempre.» Ha raccontato la regista dopo la proiezione quando ha parlato del cast tutto al femminile formato da giovanissime attrici marocchine: «Il casting è durato molto a lungo, ho incontrato più di 100 ragazze. La lavorazione del film è stata davvero dura, lavoravamo anche per 12 ore di seguito al giorno, e questo si discostava di molto dall’idea che le mie attrici adolescenti avevano del cinema. Ho lavorato con Suofia su ogni singolo gesto per non spezzare il ritmo molto duro presente in tutto il film. Volevo che dallo schermo trasparisse tutto questo nervosismo che ha caratterizzato le riprese. Ho ambientato il film in una fabbrica dove le donne fanno le sgusciatrici di gamberi proprio perché è un tipo di lavoro che suggerisce una forte alienazione. Il cinema per me deve essere fisico, basico e concreto come quello neorealista italiano appunto.» Sulla scelta di ambientare la storia proprio a Tangeri Leila Kilani ha spiegato: «Ho scelto Tangeri perché è una città che sta vivendo un cambiamento che si riflette profondamente sulla vita delle donne. C’è un’esplosione vera e propria di manodopera femminile che invade le strade. Visivamente ha un impatto fortissimo.»
Ancora un omaggio ai maestri del cinema italiano nelle parole del regista iraniano Ahmad Reza Motamedi che ha presentato nella sezione Oltre il Mediterraneo Alzheimer la storia di una donna ribelle che rifiuta una verità in cui non crede. Motamedi filosofo e docente universitario di filosofia del cinema ho ricordato 3 maestri del nostro cinema: Pasolini “il poeta”, Fellini “il pensatore” e Antonioni “il filosofo”.
Al teatro greco è stato proiettato Cinéma Vérité, prodotto dalla HBO per la regia della coppia di documentaristi Robert Pulcini e Shari Springer Berman (The nanny diaries) con James Gandolfini, Diane Lane e Tim Robbins. La curiosa storia del primo prototipo di reality-show realizzato negli Stati Uniti nel 1972 quando un troupe televisiva filmò la vita “vera” di una famiglia americana per trasmetterla sul canale pubblico PBS.