È seguita la conferenza stampa di Tarak Ben Ammar, produttore cinematografico tunisino che ha legato il suo nome a successi come Star Wars, Indiana Jones, Baaria e La Passione di Cristo e alle cronache economiche e politiche per i suoi affari con l’imprenditore francese Vincent Bolloré, il principe saudita Al-Walid bin Talal e per essere in Italia parte del consiglio d’amministrazione di Mediobanca: «Stiamo vivendo un momento storico molto particolare, basti pensare che a meno di un’ora da dove ci troviamo ed alla stessa latitudine c’è l’Africa dove molti giovai sono pronti a morire attraversando il Mediterraneo in cerca di un po’ di benessere.» Parlando dei suoi inizi: «Il motivo ispiratore della mia carriera e della mia vita è una frase di Kennedy: “Non chiedetevi cosa il vostro paese può are per voi, ma quello che voi potete fare per il vostro paese”. Il mio più grande sogno, insieme al cinema, era quello di regalare benessere alla mia terra. Ho creato la mia industria senza finanziamenti pubblici e abbiamo fatto lavorare più di 75.000 persone. Possediamo i primi studios cinematografici del mondo arabo. Ho lavorato con Franco Zeffirelli, Rosi, Rossellini, Lucas e Spielberg e ogni volta ho voluto che questi grossi personaggi insegnassero ai giovani tunisini impegnati sui set a fare del cinema un lavoro. Il mio ultimo progetto è il film di Jean Jaques Annaud Black Gold con Antonio Banderas e Freida Pinto che uscirà a gennaio. È un film sul mondo arabo, sul petrolio e sull’Islam. La Rivoluzione è scoppiata proprio mentre stavamo girando e il cast l’ha vissuta al nostro fianco. La storia che si svolge negli anni 30 ed è tratta dal romanzo di Hans Ruesch South of the heart che avevo letto quando giravamo Star Wars. Abbiamo girato in degli studios appena fuori Hammamet ed è il primo film internazionale girato e coprodotto col Qatar.»
A chi gli domanda di un suo possibile coinvolgimento in politica, data anche la sua collaborazione di lunga data con Silvio Berlusconi, Tarak Ben Ammar esclude che questo possa mai succedere: «Io non farò mai della politica altrimenti smetterei di essere libero. Non ho mai voluto sapere niente di politica. È vero che spesso per i miei affari ho rapporti con persone molto influenti ma il mio unico interesse è e rimarrà il cinema.» Sui film prodotti degli ultimi anni: «Per aver prodotto e distribuito La Passione di Cristo di Mel Gibson come musulmano sono stato aspramente criticato, persino denunciato, ma fu una grande soddisfazione mostrarlo al Papa e ricevere i suoi complimenti. Per Baaria abbiamo fatto un’operazione eccezionale: ricostruire la Bagheria degli anni 30 in Tunisia. Il mio prossimo film sarà incentrato sulla storia Mohamed Bouazizi il giovane che lo scorso 17 dicembre si è dato fuoco davanti al palazzo del governatore di Sidi Bou Zid innescando una catena di eventi che ha dato vita alla sommossa tunisina. Il ricavato del film sarà devoluto alla famiglia del giovane. Conto di presentare la pellicola proprio al prossimo TaorminaFilmFest.»
Presentato in concorso nella sezione Beyond The Mediterrean Black Butterflies di Paula Van Der Oest sulla vita di Ingrid Jonker la poetessa che raccontò nei suoi versi il dramma dell’Aparthied e che fu citata da Nelson Mandela nel suo discorso di insediamento alla presidenza. La regista presente alla proiezione ha raccontato la genesi del progetto: «Una mia amica aveva realizzato un documentario su Ingrid Jonker ed io confesso che non conoscevo la storia di questa donna prima di vederlo. Il produttore del documentario mi propose di ricavarne un film ed io ho accettato con entusiasmo. È stato un grande onore per me poterlo girare con 2 vere e proprie stelle del cinema olandese: Rutger Hauer e Carice Van Houten (Black Book, Operazione Valchiria) un’attrice straordinaria che entra nell’intimo di un personaggio senza nessuna paura e che ha regalato al film la sua dimensione fortemente intimista. Non credo ci sa niente di magico nel realizzare un film, anzi, è un lavoro piuttosto pragmatico: si segue la sceneggiatura insieme agli attori. Il mio amore per il cinema nasce dalla letteratura e dall’immaginazione. Per questo film ho lavorato con una crew completamente sudafricana e il mito di Ingrid Jonker è ancora vivo per loro.»