Dramma carcerario punteggiato di improvvise esplosioni di violenza, “Ghosted”, presentato in concorso al Festival di Torino, si snoda fra il reale e l’ideale nel tratteggiare il rapporto fra due individui differenti per età e condizione, ma accomunati dal medesimo destino. Nessuna utopia di fuga in stile “Le ali della libertà”, ma solo la ripetizione grigia di gesti e sopraffazioni quotidiane che si rincorrono nell’atmosfera claustrofobica di una prigione dove detenuti e secondini si spartiscono i compiti nel tentativo di preservare un ordine almeno apparente. È l’arrivo di Paul, ragazzino timido trasferito dal riformatorio, che farà saltare equilibri e dinamiche ormai consolidate. Vittima designata delle morbose attenzioni di Clay che, con il benestare dei guardiani, spadroneggia pressoché indisturbato fra celle e cortile, Paul troverà un insperato sostegno in un altro prigioniero. Jack, abbandonato dalla moglie a pochi mesi dal termine della condanna, è un uomo distrutto dalla vita che non può consolarsi della perdita del figlio e assiste indifferente e silenzioso di fronte ai soprusi che vede consumarsi ogni giorno. Sarà il legame creatosi a poco a poco fra un ragazzo bisognoso di protezione e un padre alla ricerca di un senso e di uno scopo a offrire a entrambi una possibilità di riscatto e una scintilla di sincerità, almeno finché verità ormai sepolte torneranno a galla, sconvolgendo speranze e attese di entrambi. Efficace nella prima parte, dominata da toni grigi e bruni e riempita dai volti scavati e sfatti di uomini che sembrano aver vissuto troppo o troppo poco, il film perde quota nel finale, dove il crudo realismo con cui sono descritte le oscure logiche del potere all’interno del carcere, lascia rapidamente il posto al delinearsi di una vicenda privata (e tanto poco credibile da lasciare perplesso anche lo spettatore meno smaliziato), dove caso, presunzione e rabbia giovanile si incrociano in modo tragico, tornando poi, a distanza di anni, a tormentare, con un sospetto che si fa’ via via certezza, le menti già sconvolte dei due protagonisti.