Di seguito l’incontro tra Jonathan Demme e la stampa in occasione della presentazione di Rachel Getting Married, il suo ultimo film in concorso a Venezia 65
Nella rappresentazione di questa famiglia disfunzionale che costituisce l’ossatura narrativa di Rachel Getting Married, lei ci mostra una società complessa anche dal punto di vista multiculturale; ma l’america è veramente così?
Il gruppo di persone che sono presenti al matrimonio di Rachel per quanto mi riguarda rappresentano l’america che conosco e a cui sono vicino. Il film non parla di un matrimonio interraziale dal mio punto di vista, quella è solo l’origine demografica di Tunde Abebimpe che interpreta il marito di Rachel, ma nell’idea originale il marito doveva essere interpretato da Paul Thomas Anderson, quindi è una scelta del tutto casuale
In rachel getting married è evidente la relazione importantissima con la musica, trattata come se fosse un altro personaggio della storia, come si è sviluppata questa idea?
Il mio sogno è sempre stato quello di considerare l’utilizzo della musica come qualcosa da cogliere nel momento in cui succede, senza intervenire in post-produzione. In questo senso mi sono servito di una crew che aveva già lavorato con me al documentario su Jimmy Carter, ho utilizzato alcuni musicisti di New Orleans e molti degli attori del film, sono a loro volta musicisti.
Lei è un apprezzato documentarista, quali sono i personaggi e un possibile tema sui quali vorrebbe realizzare un documentario in futuro, e in che modo il linguaggio del documentario ha influenzato il suo film?
c’è una forte influenza certamente, quando negli anni ’90 ho cominciato a girare documentari mi chiedevo come tutto questo avrebbe potuto intersecarsi con la fiction. Declan Quinn è uno dei più bravi direttori della fotografia attualmente sulla piazza; nel leggere insieme a lui la sceneggiatura abbiamo discusso su come potenziare l’aspetto visivo del film, e abbiamo pensato di realizzarlo come se fosse un documentario, inserendo frammenti di home movies e cosi via. In questo senso non abbiamo fatto troppi preliminari, scegliendo di girare a 360 gradi e sfruttando qualsiasi angolazione e scegliendo via via un punto di vista favorevole. Anche la musica in questo senso si adegua a quello che succede. Amo questo approccio perchè per quanto mi riguarda si allontana il più possibile dalla manipolazione dei personaggi.
come si è delineato l’appparato produttivo del film?
Pensare che un contrasto possibile tra produttori e distributori potesse risolversi in un lavoro rovinato dai secondi per una cattiva diffusione mi ha fatto pensare che la scelta giusta fosse quella che si è verificata, ovvero l’apporto di Sony Pictures classic; se Sony non fosse stata d’accordo nella distribuzione io non avrei mai fatto il film; è una sinergia importante che mi ha permesso di fare di Rachel Getting Married quello che è piuttosto che un nuovo documentario