L’incontro con la stampa per il film presentato a Venezia 67 nella sezione Controcampo Italiano “Notizie dagli scavi”; presenti Giuseppe Battiston, Ambra Angiolini e il regista e sceneggiatore Emidio Greco, il resoconto di Caterina Liverani
Emidio, parlaci della realizzazione di questo nuovo progetto.
È stata una sfida. Il soggetto è tratto da un romanzo ambientato negli anni Sessanta (Notizie degli scavi di Franco Lucentini pubblicato nel 1964) raccontati in prima persona, attualizzarlo e portarlo alla terza persona è stato un esercizio di stile. I personaggi parlano in modo curioso, un po’ antiquato, ma il tema centrale è di grande attualità. È un racconto morale su personaggi emarginati che conoscendosi decidono che la vita vale la pena di essere vissuta. Ovviamente il titolo non è casuale, si riferisce ai reperti archeologici di Villa Adriana a Tivoli che risvegliano il protagonista interessandolo. Mi interessava sottolineare la bellezza del passato in contrasto con la modernità della vita dei personaggi.
Ambra e Giuseppe, come avete affrontato questo particolare linguaggio con cui si svolgono i dialoghi tra i vostri personaggi?
Ambra Angiolini: I dialoghi sono la musica del film, una musica a parte, una canzone speciale che lo spettatore deve fare sua, Un linguaggio di amore e di passione. Sono contenta che Emidio non abbia scelto di raccontare questa storia di incontro fra due solitudini in modo didascalico.
Giuseppe Battiston: Un linguaggio straordinario molto difficile da memorizzare. Ho cercato di rendere questo linguaggio fisico, di legarlo alle emozioni e alle sensazioni che il mio personaggio, il Professore, vive.
Il personaggio del Professore è come se fosse eternamente stupefatto, ce ne parli?
Battiston: E’ molto diverso da me e paradossalmente io ritengo che lavorare su qualcosa che non ti appartiene sia più facile. Ho discusso a lungo con Emidio sul tipo di impostazione che volevamo dare alla mia interpretazione. Mi affascina molto il modo in cui il Professore riesce ad astrarsi, contando le mattonelle di una camera, sommando i numeri di una data o guardando i dolci in una pasticceria perché è qualcosa che in un certo senso tutti facciamo.
Una domanda per il regista, Emidio durante questa Mostra si sono visti moltissimi film che raccontano il passato, com’è confrontarsi con qualcosa di molto lontano?
Trovo che in questo caso gli scavi e le ambiguità circa la loro attribuzione che diventa parte del dialogo fra i due protagonisti siano un po’ lo specchio dell’esistenza. Ho accompagnato le sequenze nelle quali Giovanni visita Tivoli a Mozart, volevo che ne uscisse un’idea di bellezza platonica.