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Venezia 67 – orizzonti – Casus Belli di Yorgos Zois (Grecia, 2010)

Sono quattro le presenze Greche a Venezia 67, Attenberg, il lungometraggio in concorso diretto da Athina Rachel Tsangari e prodotto dall’ottimo Yorgos Lanthimos (Kinetta, Kynodontas), quello di Syllas Tzoumerkas intitolato Homeland e Plato’s Academy di Philippos Tsitos. A questi tre titoli si aggiunge il corto di debutto diretto da Yorgos Zois intitolato Casus Belli e inserito all’interno della sezione Orizzonti. Lo abbiamo visto e ci è piaciuto molto; una catena economica e umana viene filmata con quella falsificazione del piano sequenza che fa pensare al cinema di Zbigniew Rybcinski senza le stesse “intenzioni” frattaliche; la catena del consumo viene mandata in frantumi da un affamato che butta giù tutte le pedine come in un gesto di stizza contro i tasselli del domino. La sintesi della catena è un carrello del supermercato che a un certo punto corre di forza propria nel deserto in una sequenza davvero molto bella. In un contesto immaginario apparentemente fruibile il lavoro di Zois ci è sembrato molto vicino alla scultura percettiva che è rintracciabile nelle produzioni greche più recenti; non è un caso che tutto il lavoro di sound design per il cortometraggio sia stato affidato ad uno sperimentatore di field recordings come Novi_Sad, al secolo Thanasis Kaproulias, artista che rilancia il concetto di soundscapes partendo da una base concettuale molto forte tesa ad isolare il suono nella sua integrità scultorea in modo da modificarlo, per interazione, con le propensioni dell’ascoltatore; un approccio tridimensionale che in un certo senso contamina questo curioso cortometraggio sviluppato con una visione di profondità scopica orizzontale ma che lavora sul colore, sui corpi e sul movimento nello spazio con una spinta che è di tipo assolutamente multi-soggettivo; molto bello.

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