Bambi contro Godzilla,
Teoria e pratica dell’industria cinematografica,
di David Mamet (Minimum Fax, pp.260, 14.50 euro)
E’ uscita da poco un’altra perla della collana cinema della Minimum fax, il cui autore è lo sceneggiatore, regista, attore e scrittore David Mamet, (ha sceneggiato tra gli altri Il postino suona sempre due volte di Rafelson, Il verdetto di Lumet, Gli intoccabili di De Palma etc..) nonché vincitore del premio Pulitzer per il testo teatrale Glengarry Glenn Rose.Il bizzarro titolo proviene da un cortometraggio d’animazione degli anni ’60 ed è una vera e propria raccolta di istruzioni d’uso per chiunque voglia interessarsi e/o cimentarsi con la Settima Arte e ingaggiare una lotta vincente contro gli squali dell’industria hollywoodiana. Con una scrittura ineccepibile Mamet sciorina illuminanti risposte a quesiti che molto spesso vengono dati per scontati, quali chi e come sceglie le sceneggiature da produrre all’interno di uno studio cinematografico, come si presenta in modo efficace un soggetto, qual è il vero ruolo del produttore etc . A nutrire il prontuario la sua vissuta e articolata visione del cinema – viene citato Il generale della Rovere come esempio di potenziale catartico dell’arte, mentre le arti marziali, in particolare lo jujitsu, ampiamente praticato dallo stesso Mamet,(sta per uscire negli Stati Uniti il suo Red Belt ,incentrato proprio su questa disciplina) forniscono i principi su cui basare le modalità del coinvolgimento spettatoriale .Lo spettatore,infatti, secondo Mamet, deve poter conservare un certo distacco, non essere forzato dal film, proprio come recita il principio dello jujitsu: vincere con la comprensione,anziché con la forza. Da leggere.