Mercoledi 10 Marzo in pima serata per il pubblico di Rai 1, andrà in onda “La Bambina che non voleva cantare”, nuovo lavoro di Costanza Quatriglio dedicato a Nada e interpretato da Tecla Insolia. Ambientato nella campagna toscana dei primi anni sessanta racconta la storia della piccola Nada. Il suo universo è composto da nonna Mora, dalla sorella Miria, dal babbo Gino, un uomo buono e silenzioso, e dalla mamma Viviana, spesso preda di forti depressioni che la tengono lontana dalla figlia e dal mondo. Quando viene scoperto il talento di Nada per il canto, il cuore fragile della bambina si convince che solo la sua voce prodigiosa ha il potere di far guarire la mamma. E così, tra la gioia di veder la madre finalmente felice e la paura che la malattia si possa riaffacciare all’orizzonte, Nada cresce accettando ciò che Viviana desidera per lei, fino a quando quel grande talento sopravvivrà persino alle sue stesse paure: tutti scopriranno presto la voce unica di quella bambina che non voleva cantare.
“Ho immaginato La bambina che non voleva cantare dopo aver realizzato nel 2009 il film
documentario Il mio cuore umano, ispirato al racconto autobiografico di Nada – ha dichiarato la regista Costanza Quatriglio – Mi sono innamorata subito di questa bambina dalla voce prodigiosa con il cuore ferito per l’instabilità emotiva della madre, così ho pensato a un film che unisse la favola con la musica, personaggi lievi e vitali insieme con i lati più oscuri dell’animo umano, la potenza del talento e della vocazione con le paure più segrete dell’infanzia: il timore dell’abbandono, di non essere amati abbastanza, della morte dei genitori. Nada canta per Viviana dedicando a lei ogni parola delle canzoni d’amore che il maestro Leonildo le fa
conoscere. Attraverso i testi che parlano di sentimenti, il film è anche un viaggio nella
canzone italiana di quegli anni. Mina, Vanoni, Paoli, Claudio Villa: la musica ci ricorda chi
siamo e da dove veniamo, facendoci immergere nella nostra tradizione e nel nostro
immaginario. Così, se il racconto dell’infanzia ha il sapore del ricordo, nell’adolescenza,
man mano che la storia procede, sentiamo avvicinarsi la contemporaneità con stupore ed
emozione per un mondo che è tutto da scoprire.”