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A Glimpse inside the mind of charles swan III di Roman Coppola – Incontro con la stampa – 7° Festival Internazionale del Film di Roma

Presentato in concorso al 7° Festival Internazionale del Film di Roma A glimpse inside the mind of Charles Swan III di Roman Coppola. Fantasiosa, brillante ed intimista cronaca di una rottura sentimentale con protagonista un redivivo Charlie Sheen in grande forma. Ecco come Roman Coppola, insieme alla sua delegazione, ha risposto alle domande della stampa durante l’incontro romano.

Dopo 10 anni dal tuo esordio come regista con CQ, cosa ti ha spinto a dirigere questo film?

Roman Coppola : Sono già passati così tanti anni? Alle volte non ci rendiamo conto del tempo che passa. Il fatto è che a me interessano moltissime cose come scrivere sceneggiature (Il treno per Darjeeling, Moonrise Kingdom), produrre (Rusty il Selvaggio, Somewhere),  la pubblicità e la musica. È un momento sicuramente difficile per il cinema ma per me rimane una grande passione. La verità è che avevo voglia di vedere questa buffa e strana storia sullo schermo.

Il produttore Youree Henley: La passione di Roman è contagiosa. Questo progetto ha richiesto moltissima preparazione ma poi tutto ha funzionato. Ha scritto, prodotto, filmato e diretto questo film; la sua energia ha contagiato tutto il cast. Credo che sia qualcosa che deriva sicuramente in parte dal suo background.

Katheryn Winnick (Bones, The Glades) che nel film interpreta Ivana, l’attrice che rompe col protagonista, il creativo Charles Swan III, racconta come è stata contattata e quale è stato il suo percorso durante la realizzazione di “A glimpse inside the mind of Charles Swan III”: Roman mi ha contattata mentre scriveva il personaggio di Ivana, mi aveva notata nel telefilm The Glades. Ci siamo visti per un caffè e il progetto mi ha coinvolta fin da subito. È stato fantastico trovarsi su un set insieme a Bill Murray, Charlie Sheen e Jason Schwartzman. Una vera e propria famiglia. Quello che mi ha attratta  in di A glimpse inside the mind of Charles Swan III è che è un film unico e diverso. La mia scena preferita è quella in cui io e Charlie cantiamo in brasiliano. Quando ho letto lo script e ho visto che dovevo fare un duetto ero terrorizzata perché io in realtà non so cantare e mi sono dovuta affidare ad un vocal coach.

Roman Coppola: Adoro quella canzone, le sue parole sono così romantiche. C’è tanta immaginazione in questo film ed è in questo contesto che ho inserito questa sequenza.

Come definirebbe il tono di questo film?

Roman Coppola: Il film ha una forte connessione con la musica, essa gioca un ruolo fondamentale. Io sono sempre molto pragmatico con i miei collaboratori, cerco di non essere mai troppo verboso. Mi piace definire questo film una storia per ragazzi girata da adulti.

Perché ha scelto proprio Charlie Sheen per interpretare il ruolo del protagonista?

RC: Conosco Charlie da quando avevamo 11\12 anni perché le nostre famiglie si frequentavano, guardavamo i film di guerra e cercavamo di ricrearne le situazioni. Poi per molti anni ci siamo persi di vista, ma quando si è stati molto legati da piccoli in fondo si rimane amici per tutta una vita.

Quello che mi interessava era tratteggiare il ritratto della fine di un amore, della sofferenza e delle contraddizioni che sono generate da questa situazione, descrivendo il punto di vista di un personaggio. È un’esperienza attraverso la quale sono passato direttamente e durante la stesura del copione mi è capitato spesso di confrontarmi con un mio amico che stava divorziando. Quello che mi serviva era un attore estroverso così un giorno ho detto a Charlie “Hey, mio padre e tuo padre hanno fatto un bellissimo film insieme, possiamo provarci anche noi!”. Ho conservato molti degli sms che ci siamo inviati.

Il film è una commedia dalle tinte Felliniane, e la scena più intensa è sicuramente quella in cui Charles si confessa con Ivana, parlandole francamente dei sentimenti che ancora prova per lei, e di come sia spaventato dall’idea di non amarla più un giorno.

Katheryn Winnick: Quello è sicuramente un momento chiave nella storia del mio personaggio. Anche lei può finalmente esprimere a Charles i suoi sentimenti, dirgli addio. È quello che succede alla fine di una storia: sai che una parte di quella persona rimarrà per sempre con te, anche in tutti i tuoi rapporti futuri.

Questo è un film pieno di idee originali. L’omaggio a Fellini si ritrova spesso, ma ci sono anche tracce della cinematografia di Allen, Gillian, dei Cohen.

RC: Apprezzo davvero questo accostamento, sono profondamente legato ad autori come Fellini, o Bob Fosse e Woody Allen. Tutti loro mi hanno sempre molto influenzato come una specie di dna. Amo i film fatti con una voce che esprime se stessa in modo unico, come nel caso di questi autori appunto. Voglio che quello che faccio sia connesso con questo punto di vista.

Youree Henley: Mentre giravamo le scene del duetto e anche la scena finale ci siamo resi conto che stavamo facendo qualcosa di divertente per quanto imperfetto (nella scena del duetto la musica è suonata dal vivo e la parte fonica è stata complicata).

Nel film c’è una bizzarra ambientazione temporale e un set a dir poco sorprendente. La casa in cui abita il protagonista sembra davvero viva.

RC: Questo per il fatto che si tratta di casa mia. Per le riprese ho utilizzato un dolly italiano, e ricordo le ore trascorse a misurare le distanze nella mia cucina (ride). Anche l’autobus dove Charlie ha il suo studio è mio e anche alcuni degli abiti che indossa. E tutto il mio mondo.

Il film è profondamente influenzato dalla cultura, specialmente musicale, della West Coast.

RC: C’è un ritratto davvero affettuoso e sentito di Hollywood. Ho cercato di creare lo spirito e le sensazioni del cinema che mi è caro, introducendole in un’ambientazione temporale di non facile definizione. La musica in questo mi ha aiutato  a ricreare quel sapore. Sono molto affezionato a certe epoche del cinema, come gli anni 30 per esempio, con il loro glamour, mi hanno sempre intrigato. Hollywood ha da sempre 2 volti: uno smagliante e l’altro deprimente. Ma in questo film io parlo soprattutto di sentimenti.

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