Pluto, il nuovo film del regista coreano Shin Suwon, già presentato a Busan; il regista a Cannes 2012 ha ottenuto il premio della settimana della Critica per il suo cortometraggio Short Circle. Pluto si preannuncia come un film durissimo sul sistema educativo che forma la nuova classe dirigente, dove Juno, studente di scienze dalle grandi promesse si trasferisce in una nuova scuola con una serie di regole basate sull’affossamento degli studenti più poveri incoraggiato con una serie di suicidi indotti e violenze di vario tipo per favorire quelli che al contrario andranno a formare l’elite di potere. E’ presente anche la regista Polacca Katarzyna (Kasia) Roslaniec con il suo nuovo film, dopo l’acclamato Mall Girl. Baby Blues è il film presente a Berlino, già visto al TFF 2012, sorta di seguito ideale del film precedente, dove Natalia, interpretata da Magdalena Berus, è una diciassettenne roller-skater che si trascina con indolenza per le strade di una Varsavia inedita, con lo stigma della ribellione e noncurante dei giudizi, considerato che ha da poco dato alla luce il piccolo Antek. Il padre è un diciottenne strafatto di canne; Natalia è una buona madre ma i desideri di una diciassettenne si fanno sentire, e la Roslaniec li mostra con uno stile incompromissorio e allo stesso tempo empatico. L’americano Hide your smiling faces, primo lungometraggio di Daniel Patrick Carbone, produzione indipendente in parte sostenuta da una scheda su Kickstarter (la si può ancora leggere) e che racconta la storia della morte improvvisa di un ragazzo, caro amico di Tommy (11 anni) ed Eric (15) che cominceranno a confrontarsi con la morte, il mistero della natura e il primo contatto con la morte indagati attraverso un classico racconto di formazione di tradizione americana e di ambientazione rurale, osservata attraverso la soggettiva adolescenziale.
Prima Europea per Shopping dei neozelandesi Louis Sutherland, Mark Albiston, reduci dal successo mondiale dei loro due corti precedenti (Run e The six Dollar Fifty Man) i due registi presentano il loro primo lungometraggio realizzato con lo stesso approccio dei corti nella ricerca di personaggi reali, senza esperienza e reclutati sulla strada.
Prima Mondiale per il secondo lungometraggio di Tom Gilroy, che aveva esordito nel 1999 con Spring Forward; The Cold Lands è interpretato da Lily Taylor e John Ventimiglia; l’attore americano amico di Michale Stipe racconta la storia di un “fuggitivo” di dodici anni che cerca di sopravvivere nella foreste intorno allo stato di N.Y.
Touch of the Light è il terzo film asiatico confermato nella sezione Generation di Berlino 2013, prodotto dalla JetTone di Wong Kar Way, il film del Taiwanese Chang Jung-Chi è la storia di una relazione drammatica tra un pianista cieco e una giovane donna che sogna di diventare una ballerina. Il film in prima Europea è già stato selezionato per concorrere ai prossimi Oscar come miglior film straniero ed è già passato da Busan.
In prima mondiale il documentario dei due fondatori di Village Beat, produzione che utilizza i film come strumenti di pace per proteggere i diritti di comunità native. Anneliese Vandenberg e Austin Peck presentano a Berlino Tough Bond, documentario che segue le vite di tre adolescenti Kenioti della tribù nomade di Turkana, villaggio in via di estinzione dove i bambini, oggi, soffrono la fame, sniffano colla, vivono per strada e in baracche. Prima Mondiale anche per Kopfüber (UPSIDEdown) del tedesco Bernd Sahling, il film del documentarista parla di Sascha, dieci anni, piccola ladruncola che riesce a stento a leggere. Quando il dottore le prescrive una medicina per combattere la sindrome da deficit di attenzione, tutti sperano che si calmi e che torni sulla retta via. Tra i film più attesi della sezione sicuramente l’australiano Satellite Boy diretto da Catriona McKenzie, con una più che decennale esperienza alle spalle nella realizzazione di cortometraggi e con questo film, già visto al Toronto FIlm Festival, al suo primo lungometraggio. Il film è un racconto di formazione a cui la McKenzie lavora dal 2000 e parla di un bambino Aborigeno di 12 anni Pete (Cameron Wallaby) che vive con il nonno, interpretato dal grande David Gulpilil, e con il quale cerca di salvare la sua casa minacciata da una compagnia mineraria, situata nel deserto della regione di Kimberley. Altro interessante documentario che arriva da Toronto, è il Belga Twa Timoun (Three Kids) diretto da Jonas d’Adesky, i dodicenni Vitaleme, Pierre e Mikenson vivono in una casa famiglia a Port-au-Prince. Tutti e tre conservano memorie di abusi, per questo Vitaleme convince i due amici a scappare con lui. I tre ragazzini adesso sono sulla strada e in mezzo a zone urbane dismesse, su cui D’Adesky insiste, in questo ondivagare continuo; una disperazione che il regista resistuisce con un riferimento al terremoto Haitiano dove le persone furono costrette a vivere nelle strade e a dormire nelle auto.
Questo l’elenco completo dei primi quindici film confermati nelle sezioni Generation della Berlinale 2013.
Generation 14plus:
Baby Blues – Polonia
di Kasia Rosłaniec
Prima europea
Capturing Dad – Giappone
di Ryota Nakano
Prima internazionale
Hide Your Smiling Faces – USA
di Daniel Patrick Carbone
Prima mondiale
Pluto – Corea
di SHIN Suwon
Premiere internazionale
Shopping – Nuova Zelanda
di Louis Sutherland, Mark Albiston
Prima Europea
The Cold Lands – USA
di Tom Gilroy
Prima Mondiale
Touch of the Light – Taiwan / Hong Kong, Cina
di CHANG Jung-Chi
Prima Europea
Tough Bond – USA
di Austin Peck, Anneliese Vandenberg
Prima Mondiale
Generation Kplus:
Kopfüber (UPSIDEdown) – Germania
di Bernd Sahling
Prima Mondiale
Mammu, es Tevi mīlu (Mother, I Love You) – Lettonia
di Jānis Nords
Prima Mondiale
Nono, Het Zigzag Kind (The Zigzag Kid) – Oldanda / Belgio
di Vincent Bal
Prima Europea
ÖDLAND – Damit keiner das so mitbemerkt (WASTELAND – So that No One Becomes Aware of It) – Germania
Prima mondiale / Documentario
Satellite Boy – Australia
di Catriona McKenzie
Prima Europea
The Rocket – Australia
di Kim Mordaunt
Prima Mondiale
Twa Timoun (Three Kids) – Belgio
di Jonas d’Adesky
Prima Europea