Mentre l’apertura della sezione principale Panorama, prevista per il 7 febbraio sarà affidata ad un film di cui abbiamo già parlato nell’articolo dedicato ai primi film selezionati, ed è il debutto del regista Georgiano Zaza Rusadze intitolato In Chemi Sabnis Naketsi (A Fold in my Blanket), che sembra essere un’opera interessante e molto visionaria. Le premiere di Panorama, come sempre saranno presentate al CinemaxX 7 mentre Panorama special avrà due location, Friedrichstadt-Palast and il Kino International. Oltre al film di Nanouk Leopold, co-produzione tra olanda e Germania e presentato ovviamente in prima mondiale, i nuovi titoli della sezione principale includono Concussion, premiere internazionale dell’americana Stacie passion, interpretata da Robin Weigert, Maggie Siff, Emily Kinney, Daniel London, Ben Shenkman, e recentemente premiata all’Adrienne Shelly Foundation award il premio dedicato ad una delle attrici e autrici simbolo del cinema indipendente americano degli anni ’90; il film racconta la storia di Abby, casalinga lesbica che vive in una zona periferica; dopo aver sbattuto la faccia in seguito ad un incidente autoindotto che le ha causato un trauma, qualcosa nella sua vita cambia; compra un loft in città, comincia a vedere prostitute fino al momento in cui la sua vita subisce una trasformazione radicale. Il film è prodotto da Rose Troche e sarà presente anche all’imminente sundance film festival. Flores Raras è il nuovo film di Bruno Barreto in prima mondiale alla Berlinale 2013, noto per pellicole come Donna Flor e i suoi due mariti, il regista brasiliano torna al lungometraggio dopo Última Parada 174 del 2008 con un adattamento dal romanzo di Carmen Lucia de Oliveira intitolato “Flores Raras e Banalíssimas” sviluppato intorno alla relazione tra l’architetta Lota de Macedo Soares e la poetessa americana Elizabeth Bishop. Hayatboyu (Lifelong) è il film della regista di origini turche Asli Ozge in prima mondiale alla Berlinale, la Ozge, tra corti e documentari, è l’autrice di Men on the bridge, presentato al Toronto Film Festival. Altro film quasi contemporaneamente presentato al Sundance film festival è Interior. Leather bar diretto da Travis Matthews insieme a James Franco, sorta di metatesto sviluppato intorno ad uno dei film più controversi di William Friedkin, Cruising, del quale Franco ripercorre solamente alcune suggestioni per creare un’esperimento sulla messa in scena e sulla perfomance attoriale spinta a conseguenze estreme, l’ambito è quello della comunità queer, e del suo ruolo capace di rovesciare ogni convenzione identitaria. Franco, come abbiamo già accennato, è presente alla Berlinale con il film dedicato a Linda Lovelace e interpretato da Amanda Seyfried, dove appunto interpreta la parte di Hugh Hefner. Prima mondiale per Kai Po che, il film indiano diretto da Abhishek Kapoor, attore poi “convertito” alla regia con un debutto nel 2006 (Arya), il suo ultimo film prima di questo presentato alla Berlinale è Rock On! del 2008, rock movie in parte autobiografico, discreto successo Bollywoodiano. Kai PO Che è tratto dal romanzo di Chetan Bhagat “The 3 Mistakes of My Life”, storia di tre amici che si troveranno a scoprire le loro rispettive passioni, il cricket, la religione e gli affari e ad investire in un progetto commerciale legato a uno degli sport (il cricket) più frequentati in india. Coproduzione francia / costa d’avorio per Burn it up Djassa; il primo lungometraggio di Lonesome Solo è una premiere europea, salutata con molto entusiasmo allo scorso Toronto Film Festival, tra noir “slam poetry” e street dance, riporta, secondo alcuni critici, lo spirito del neorealismo e della Nouvelle Vague per le strade della costa d’avorio; il film è girato ad Abidjan (Wassakara) poco prima che esplodesse la guerra civile Ivoriana, ed è il risultato di un’equipe di attori, scrittori e tecnici tutti di Wassakara e tutti impegnati a sviluppare una personale e urgente poetica a partire dalla loro vita personale nel luogo. Stefan Westerwelle, Patrick Schuckmann presentano in prima mondiale Lose Your Head, psycho thriller su un turista spagnolo che si perde a Berlino, ispirato dalla storia vera di un giovane Portoghese che scomparve qualche anno fa dopo una notte passata a Berghain, interpretato da Fernando Tielve, Marko Mandic´, Sesede Terziyan, Samia Chancrin, Stavros Yagulis e prodotto da Patrick Schuckmann il film ha già un canale Vimeo con una serie di teaser da questa parte. James Franco per la terza volta a questa Berlinae come interpete di Maladies insieme a Catherine Keener, David Strathairn, Fallon Goodson, Vince Jolivette, il film è una prima mondiale ed è diretto da Carter, ed è la storia di un attore di talento che si ritira in giovane età a causa di una malattia mentale. Vive con la sorella completamente folle, in una piccola città e il film li segue nella loro “relazione malata”. John Carter, artista americano stanziato a New York che utilizza il moniker “Carter”, inizialmente noto per i suoi artwork realizzati in tecnica mista, tra fotografia, pittura fino alle installazioni scultoree più complesse. Dopo aver esposto nelle principali gallerie di arte contemporanea ha diretto un film tra il 2008 e il 2009 intitolato Erased James Franco, fiulm-performance intorno all’attore americano che re-interpreta tutte le sue apparizioni televisive incluse due re-interpretazioni di Julianne Moore (dal film Safe) e Rock Hudson (da Seconds di Frankenheimer). In prima mondiale anche il nuovo film di Jacques Doillon intitolato Mes séances de lutte interpretato da Sara Forestiere James Thiérrée; il regista francese ha girato quello che è il suo 27mo lungometraggio tra giugno e luglio 2012, storia di una coppia che sente di dover superare un momento di crisi, confrontandosi fisicamente. Una sorta di sfida, che immaginiamo (per la qualità del cinema di Doillon) anche performativa, tanto che quello che viene impostato tra i due come improvvisazione, diventa a poco a poco un rito codificato. Soğuk del turco Uğur Yücel è un altro titolo in prima mondiale alla Berlinale 2013, diretto da un attore-regista piuttosto noto in turchia e alla sesta regia a due anni di distanza dal thriller Dragon Trap. Something in the Way nuovo film dell’indonesiano Teddy Soeriaatmadja in prima mondiale a Berlino, presenza conosciuta al pubblico di Asiatica Film Mediale (Roma) dove è stato presente con un buon successo con titoli come Lovely Man, e Maida’s House; regista di commedie relazionali non convenzionali. Upstream Color è il film di Shane Carruth, premiere internazionale a Berlino, seconda attessima opera di Carruth (Primer) al prossimo Sundance, dalle parti di una fantascienza filosofica (si spera più in odor di Duncan Jones che di Chris Nolan) parla di una donna e di un uomo incatenati in un ciclo obbligato dove l’identità è solo un illusione dal momento in cui il loro tentativo è quello di mettere insieme i frammenti di una vita fatta a pezzi. Da questa parte il trailer, il cast include attori come Amy Seimetz, Shane Carruth, Andrew Sensenig e Thiago Martins. Da Taiwan Will You Still Love Me Tomorrow? diretto da Arvin Chen, noto per la commedia romantica Au Revoir Taipei. In prima mondiale la co-produzione germania-messico diretta da José Luis Valle González e intitolata Workers; chiude il programma un’altra prima mondiale, altra co-produzione (Israele e Germania) diretta da Tom Shoval e intitolata Youth; opera di debutto per il regista Israeliano già acclamato autore di videoclip; Youth è prodotto da Gal Greenspan ed è la storia di due fratelli che per combattere la povertà delle loro famiglie pensano bene di sequestrare una ragazza ricca e di nasconderla nello scantinato. Sorta di gesto estremo che per Shoval è il segno di un trauma legato agli adolescenti israeliani costretti ad arruolarsi a diciotto anni per diventare, con le armi in mano, “veri uomini”. Shoval, tra le altre cose, insegna regia al Sam Spiegel di Gerusalemme, è il co fondatore del Baboon Group, una produzione indipendente.
Le proieizioni di Panorama Special includono Die Legende von Paul und Paula (The Legend of Paul and Paula) di Heiner Carow e i seguenti corti:
After Hours di Steffen Köhn (Germania), Jury di Kim Dongho (Corea), Two Girls Against the Rain di Sao Sopheak (Cambogia)