La 63esima edizione del Festival di Berlino si è aperta ieri 7 Febbraio 2013 con The Grandmaster di Wong Kar-wai.
Il regista, anche presidente della giuria, ha preso parte alla conferenza stampa assieme agli attori Tony Leung e Ziyi Zhang.
La pellicola, di difficile gestazione (il regista pensava al film da 15 anni), ha al centro la storia della vita di ip Man, maestro del leggendario Bruce Lee.
L’autore ha raccontato di avere avuto l’idea del film nel 1999 quando rimase colpito dalla visione di un documentario sulla vita del maestro di Lee: In molti credono che questo sia un film sul kung-fu, ma in realtà io parlo del mondo del kung fu, della sua filosofia, del suo codice d’onore e spero che la pellicola porti al pubblico una nuova visione delle arti marziali.
Rispetto a quale sia stata la prova più ardua affrontata nella realizzazione del lungometraggio, il maestro di Hong-Kong ha dichiarato che la sua poca conoscenza delle arti marziali ha rappresentato la sfida più difficile. Per questo motivo per tre anni ha intervistato maestri di kung-fu, rimanendo colpito dalla loro modestia. Per spiegare il suo avvicinamento alla difficile arte, Il regista ha preso ad esempio una scena del film dove: vi è un bambino che guarda incuriosito la scuola. Io potrei essere lui, come film-maker all’inizio, ma anche alla fine perché sono rimasto affascinato da ciò che ho appreso.
Tony Leung, interpellato sulla stessa questione, ha dato simile risposta: La più grande sfida è stata impersonare un Grandmaster, perché non sapevo niente del kung-fu ed ho scoperto che non è solo una cosa fisica, ma soprattutto spirituale. Per capire questa filosofia pienamente, ho dovuto praticarla per 4 anni.
A Wong Kar-wai è poi stata chiesta un’opinione sulla presenza di numerosi film in concorso aventi storie ambientate sullo sfondo della crisi economica (per esempio Promised Land di Gus Van Sant): Si trae ispirazione dalla vita, si prendono storie da ciò che ci circonda, quindi è un fatto del tutto normale.
Alla giornalista che chiedeva se un film dovrebbe solo raccontare una vicenda o possedere anche un significato l’autore ha risposto che i film vengono realizzati per diversi fini, sono mezzi di intrattenimento e di espressione: Il film-maker gira un lungometraggio perché ha qualcosa da dire e per questo ha bisogno del pubblico.
The Grandmaster, per wong Kar Wai sarebbe stato realizzabile anche con una star hollywoodiana come protagonista, poiché ciò che è importante in un attore è la performance non la nazionalità.
Ha aggiunto inoltre che nonostante la pellicola abbia come tema il kung-fu è rivolta ad un pubblico internazionale: C’è qualcosa in questo film che è universale, i valori, il codice d’onore, ma per il publbico internazionale potrebbe anche rappresentare un passo per sapere di più, per conoscere le arti marziali. In questo caso io come film-maker pongo delle questioni.