Qualcuno ravvisa delle somiglianza fra Olivia (Tea Falco) e la Maria Schneider di Ultimo tango a Parigi, e il maestro conferma: «Sono indubbiamente due personaggi molto drammatici. Forse c’è qualcosa che accomuna tutte le giovani donne che racconto nei miei film.»
Tea Falco, protagonista femminile racconta cosa ha significato per lei l’incontro con Bernardo Bertolucci: «Bernardo è la persona umanamente più bella che abbia mai incontrato. Abbiamo vissuto un momento molto importante per me sul set, fatto di malinconia, ma anche di esperienza. È come se avesse tirato fuori da noi delle emozioni che neanche sapevamo di possedere.» «Si è sentita una grande energia. Io non avevo esperienza di altri set, e quello che ho avvertito lavorando con Bernardo è stato un grande senso di armonia. Non trovo molte parole per descrivere quello che è stato, ma senza dubbio un’esperienza di vita unica.» le fa eco Jacopo Olmo Antinori.
«Mi fa davvero piacere ricevere questi complimenti dai miei attori. È stato bellissimo realizzare questo film e voglio ringraziare Francesca Marciano, la mia co-sceneggiatrice, per il suo prezioso contributo. Abbiamo lavorato insieme al romanzo per mesi. Ho usato la trama di Niccolò mostrando la grande realtà di questi 2 personaggi, e gli attori ci hanno regalato moltissimo di loro stessi per aiutarci a creare questa combinazione di finzione e di realtà. Tutto ciò è stato possibile grazie al supporto dei set-designer e dei production-designer oltre che naturalmente del mio operatore Fabio Cianchetti. Fabio è un vero artista che ricerca l’esperienza tramite l’osservazione dell’atmosfera. Ha creato dei miracoli durante le riprese; quando giriamo io e lui cadiamo in una sorta di trance e questo perché abbiamo un rapporto molto stretto. Riesce a capire cosa voglio in un modo che mi stupisce.»
Non si tira indietro Bertolucci quando è il momento di parlare della disabilità che lo ha colpito e che è visibile a tutti: «Per me questo è un ritorno alla vita. Ho trascorso gli ultimi 10 anni in una sorta di torpore, ma ora mi sono svegliato. Tutto questo è avvenuto nel momento nel quale ho accettato di essere diversamente abile, e leggere il bellissimo libro di Niccolò è stata una spinta ulteriore. Volevo proprio girare questo film.»
I due giovani protagonisti raccontano i loro ruoli. Jacopo Olmo Antinori: «Lorenzo rappresenta una tipologia di miei coetanei che si chiudono sempre di più in loro stessi. Ho osservato questo in prima persona, a scuola per esempio; c’è molta voglia di affermare la propria identità e questo viene messo in discussione da internet e da facebook. Certo, ci sono dei Lorenzo in giro, ma non sono la maggior parte e se attraversano questa fase probabilmente non è per sempre, ma solo un momento di transizione»
Tea Falco: «Olivia e Lorenzo per me sono dei ribelli, vivono la vita cercando di uscire allo scoperto. Non è un processo semplice»
«Quello che vedo in Italia attualmente non mi piace, la situazione politica è qualcosa che voglio dimenticare perché non ha niente a che fare con la democrazia. Ma avevo molta voglia di tornare alle mie suggestioni originali, ed erano molti anni che non giravo in Italiano. A me piacciono molto i dialoghi dei film in inglese perché sono veloci e immediati, ma trovo che i film recitati in italiano abbiano una letterarietà inconfondibile, per farvi capire quello che intendo cito la memorabile battuta di Monica Vitti in Deserto Rosso di Antonioni: “Mi fanno male i capelli”, poesia.» Ha concluso il regista.
Bernardo Bertolucci verrà onorato quest’anno della Palma D’Oro alla carriera.