domenica, Dicembre 22, 2024

Ca’ Foscari short film festival, un primo bilancio: una conversazione con Roberta Novielli

Domenica 29 maggio si è conclusa l’edizione pilota del Ca’ Foscari Short Film Festival. La giuria, composta dall’attore Valerio Mastandrea, dal video artista etiope Theo Eshetu e dal documentarista uruguaiano Mario Handler, ha avuto non poche difficoltà nell’assegnazione dei vari premi, dato il tenore elevato di molte opere in concorso. La pellicola vincitrice è I Love You I Love You Not della tedesca Maria Elisa Scheidt, “per aver dimostrato padronanza del mezzo cinematografico e per aver saputo raccontare l’amore con alternanza di toni commoventi e drammatici” ha dichiarato il direttore artistico Roberto Silvestri. Passando alle menzioni speciali: nella sezione Scuole del Veneto ha trionfato Marco Augelli con il suo Al Quds, Il premio Raro Video è andato al magnifico Viki Ficki di Natalie Spinell mentre quello Editrice Volumina se lo è aggiudicato Summer & Its Rain. Un evento, questo festival, che fa parte del ben più ampio progetto Ca’ Foscari Cinema, ideato e coordinato dalla professoressa di cinema e letteratura giapponese Roberta Novielli. A quest’ultima abbiamo chiesto un bilancio dell’edizione 2011 del Ca’ Foscari Short Film Festival.

IE: A giochi conclusi, come ti sentiresti di definire questo festival?

Roberta Novielli: Il festival è stato sicuramente un successo sotto tanti punti di vista. E’ stato un evento che ha portato felicità a tutti; specialmente agli studenti perché hanno potuto sperimentare un attività ed una tranche de vie molto particolare. E vorrei aggiungere anche i media che sono stati in contatto col festival, in quanto l’esito a livello di stampa è stato a dir poco eccezionale. Abbiamo specificato che si trattava di un’edizione zero, perciò è naturale che ci siano molti dettagli da correggere, sui quali già stiamo lavorando in vista del prossimo anno. Difetti minimi comunque, se consideriamo che il festival è stato organizzato in soli tre mesi e con un budget davvero esiguo. Grazie alle importanti personalità coinvolte abbiamo potuto godere di una visibilità diversa da quella di una semplice iniziativa accademica: uno dei nostri obbiettivi infatti è d’inserirci nel panorama dei festival cinematografici italiani.

IE : Qual è, secondo te, la nazione che ha dimostrato maggior vitalità e freschezza d’idee?

Roberta Novielli: Mi sembra che i livelli più alti, dal punto di vista della ricerca sperimentale, siano stati raggiunti dalle scuole di cinema francesi, ma personalmente tenderei ad amare di più altri prodotti come, ad esempio, il work in progress tunisino con il suo tentativo di entrare nel divenire della vita; oppure l’America Latina che ha dato grande lezione di ironia con Todo silêncio me incomoda. In molti altri casi però ho notato una piccola pecca, ovvero la tendenza a riprodurre la struttura del lungometraggio mentre invece lo spirito del corto sarebbe un altro.

IE: Quali erano gli scopi di questo festival? Credi siano stati raggiunti?

Roberta Novielli: Sicuramente abbiamo ottenuto molto più di quel che speravo. Il progetto iniziale prevedeva di coinvolgere gli studenti in un’attività formativa ed al contempo appagante, distante dai contesti di lavoro “classici” dove solitamente i ragazzi riescono a lavorare. Tra le cose davvero incoraggianti, emerse da questo festival, c’è di sicuro la grande professionalità dei nostri studenti che si sono arrangiati nell’organizzare le varie tappe dell’evento, in totale autonomia. Alla loro età è possibile esprimere un’energia genuina, non ancora contaminata dalle logiche commerciali.

 

Diego Baratto
Diego Baratto
Diego Baratto ha studiato filosofia all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Si è laureato con una tesi sulla concezione del divino nella “Trilogia del silenzio di Dio” di Ingmar Bergman. Da sempre interessato agli autori europei e americani, segue inoltre da vario tempo il cinema di Hong Kong e Giappone. Dal 2009 collabora con diverse riviste on-line e cartacee di critica cinematografica. Parallelamente scrive soggetti e sceneggiature.

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