Giunto all’ottavo giorno, il Festival di Cannes presenta in concorso Grigris del regista Ciadiano Mahamat-Saleh Haroun; già a Cannes nel 2002 con lo splendido Abouna. La pellicola ha al centro la vicenda di Grigris (Souleymane Démé) un giovane di 25 anni, che, nonostante una gamba paralizzata, sogna di diventare ballerino. Il suo sogno si infrange quando lo zio si ammala gravemente. Per salvarlo, Grigris decide di lavorare per i trafficanti di benzina.
Presenti in conferenza stampa il regista Mahamat-Saleh Haroun e gli interpreti Souleymane Démé e Anaïs Monory.
Mahamat-Saleh Haroun, ha esordito parlando di come si è sentito nel tornare al Festival con questa pellicola: “È sempre un onore essere qui, è il più grande Festival al mondo. Ho sempre voluto venire qui, è un grande onore essere apprezzati in questo modo. Provengo da un posto non certo famoso per il cinema.”
Il regista ha continuato parlando del modo in cui Souleymane Démé si esprime attraverso il suo corpo: “Si è preso pieno carico della coreografia e ci ha lavorato per molto tempo. Gli ho chiesto di trasmettere emozioni attraverso la danza ed è proprio quello che ha fatto. Non parla molto nella vita come nel film. Esprime sé stesso attraverso la danza e il suo corpo.
Démé si è dimostrato felice del lavoro fatto in Grigris: “Quando Mahamat-Saleh Haroun mi ha offerto il ruolo ero felicissimo. Ho sempre voluto fare un film. Ballo da quando avevo 9 anni e a 15 ho deciso di continuare. Amo la danza, un giorno voglio diventare una vera star”.
Mahamat-Saleh Haroun ha raccontato le difficoltà incontrate da Souleymane Démé nel suo viaggio per arrivare a Cannes: “Démé aveva un visto regolare ma la polizia, a Bruxelles, lo ha arrestato perché sembrava un tipo strano. Lo hanno tenuto in stato di arresto per 5 ore. È stato necessario l’intervento del festival e di altre persone per rilasciarlo. Trovo che ciò sia scandaloso”.
La scelta di far interpretare il personaggio di Mimi a Anaïs Monory, come ha spiegato il regista, ha influenzato positivamente la pellicola: “All’inizio volevo un’attrice proveniente dal Ciad. Quando Anaïs si è presentata al casting però, aveva un qualcosa. Era l’unica a portare originalità alla scena. Così ho modificato la sceneggiatura per rendere il suo personaggio una donna di razza mista, il cui padre è francese. Ci sono persone così in Ciad. Essendovi molte basi militari, ci sono questi tipi di nascite”.
Anaïs Monory sul suo approccio al ruolo: “Mi sono resa conto di possedere una gestualità molto francese e l’accento di Tolosa. Durante le riprese, ho tratto ispirazione dalle donne del luogo. Ho potuto vedere il modo in cui si comportavano e quello che dicevano. Riescono sempre ad avere un atteggiamento disinvolto”.