Mentre ci si interroga su chi porterà a casa la Palma d’oro, al 66esimo Festival di Cannes è stato presentato Zulu di Jérôme Salle, film di chiusura.
Tratto dall’omonimo romanzo di Caryl Feréy, nella pellicola, ambientata nel Sud Africa del post- Apartheid, è raccontata la vicenda di due poliziotti chiamati ad investigare sull’omicidio della diciottenne Nicole Wiese, figlia di un ex campione del mondo di rugby.
Presenti in conferenza stampa il regista Jerome Salle gli interpreti Orlando Bloom, Forest Whitaker, Conrad Kemp e il compositore Alexandre Desplat.
Jérôme Salle sugli elementi del romanzo di Caryl Férey che lo hanno attratto, per la trasposizione cinematografica: “È una storia favolosa, con personaggi magnifici, ambientata in un paese che non conoscevo affatto; questo mi ha affascinato – ha commentato Salle- Caryl scrive anche per il cinema e ho pensato che nel romanzo ci fosse molto materiale per un il film; è un thriller con un importante significato, perdonare il tragico passato sia del paese sia dei personaggi”.
Forest Whitaker sul ruolo da lui interpretato: “Il personaggio si pone domande rispetto al suo passato, si chiede se potrà perdonare sé stesso. Volevo esplorare questo lato emotivo, la sua vita, il suo passato. È stato eccitante lavorare con Jerome – ha continuato Whitaker- è intelligente e forte nelle sue idee, fa grandi scelte ed è riuscito a realizzare un film autentico”.
Orlando Bloom sul suo ruolo: “Sono stato felice di aver avuto la possibilità di dar volto a questo personaggio. Brian ha problemi con droga e alcol ed è molto lontano dai personaggi che ero solito interpretare e ovviamente anche da me. Negli anni ho imparato che quando le persone hanno una certa percezione di te, è difficile mostrare loro un altro lato. Per il ruolo ho lavorato sul fisico, perdendo peso, e sull’accento. Prima di girare ho passato due settimana a Cape Town per immergermi nella cultura della città. Ho l’impressione che questo film dia inizio ad un nuovo capitolo della mia vita”
L’attore sudafricano Conrad Kemp ha affermato che l’ambientazione sudafricana ha conferito autenticità alla storia: “Il film è riuscito a mettersi a nudo. Non è né un thriller né una storia di vendetta, è un film che dà grande importanza al lato umano. Penso che i sudafricani si identificheranno identificarsi con ciò che vedranno”.
Anche Jerome Salle si è trovato d’accordo con Kemp: “Per me era fondamentale che il film risultasse vero. L’autenticità in una pellicola è data dai dettagli: il modo in cui le persone si salutano, il modo in cui si baciano.
Orlando Bloom sul lavoro con Salle: “Questo film è stato un viaggio personale per ognuno di noi. Il fatto che siamo stati lontani da casa ci ha avvicinati. Non so se è tipicamente francese, ma Jérôme è stato molto aperto ai nostri suggerimenti. Ci ha incoraggiato a proporre idee chiedendoci di assumercene la responsabilità” .
Forest Whitaker sul differente metodo tra le produzione francesi e quelle d’oltreoceano: “Questo è il quarto film che ho girato con una produzione francese. Ho notato che c’è differenza rispetto alle produzioni americane. I produttori francesi ci hanno incoraggiato a fare il film come volevamo, il regista detiene il vero potere sulla visione del film. Negli Stati Uniti, gli studios sono più invadenti”