martedì, Novembre 5, 2024

Le Havre di Aki Kaurismäki – CANNES 64 – Concorso

Si respira l’aria agrodolce de L’uomo senza passato in Le Havre, una delle più piacevoli e applaudite conferme del cartellone cannense. Come nel capolavoro del 2002, nel nuovo film di Kaurismaki, ambientato nella città francese affacciata sulla Manica, la consistenza dei consueti legami sociali trascolora, per lasciare spazio a nuovi improbabili sodalizi, mentre lo sguardo ironico e mai sarcastico del regista accompagna i personaggi verso esiti inattesi, e le asperità della vita si stemperano in un’atmosfera di allegra malinconia. Marcel Marx, un tempo celebre scrittore boemo, si è trasferito nella cittadina portuale di Le Havre, dove si dedica alla ben poco remunerativa  professione del lustrascarpe. Senza mai perdere il buonumore che lo contraddistingue, Marcel può contare sul credito dei negozianti del quartiere e, soprattutto, sull’infinita pazienza della moglie Arletty (che ha il volto, inconfondibile per gli amanti del regista, di Kaki Outinem). La tranquilla routine quotidiana viene bruscamente interrotta da una serie di eventi inattesi: Arletty si ammala gravemente e viene trasportata in ospedale, con ben poche speranze di guarigione e la prospettiva di una lunga degenza; quasi contemporaneamente, quando  un container di immigrati diretti a Parigi viene bloccato a Le Havre, il piccolo Idrissa riesce ad eludere la sorveglianza e a nascondersi fra le baracche del porto, dove naturalmente farà la conoscenza di Marcel. Come spesso accade nei film di Kaurismaki, sono i diseredati a farsi carico, con sorprendente naturalezza, di tutti i mali del mondo, mentre la macchina infernale della burocrazia dispiega il suo armamentario asettico (e non è certo un caso che le amiche allietino la degenza di Arletty leggendole i racconti di Kafka). Così, senza pensarci nemmeno per un istante, Marcel si fa carico dei guai di Idrissa, con il prezioso sostegno di (quasi) tutti i vicini, che lo riforniscono di cibo e di cure, mentre la polizia si mette maldestramente sulle sue tracce. Di qui in poi la vicenda prende una piega surreale e a tratti esilarante, fino all’organizzazione di un concerto di beneficenza, dove un arrugginito cantante presterà la sua ugola per recuperare i fondi per l’espatrio di Idrissa, e all’inaspettata generosità di un ispettore dal volto umano che, in perfetto stile Casablanca, metterà definitivamente da parte ogni pregiudizio. Imperdibile e dolcissimo il finale, che strapperà un sorriso anche ai più cinici.

Sofia Bonicalzi
Sofia Bonicalzi
Sofia Bonicalzi è nata a Milano nel 1987. Laureatasi in filosofia nel 2009 è da sempre grande appassionata di cinema e di letteratura. Dal 2010, in seguito alla partecipazione a workshop e seminari, collabora con alcune testate on line.

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