Home festival cannes 2011 Miss Bala di Gerardo Naranjo – Cannes 64

Miss Bala di Gerardo Naranjo – Cannes 64

Non c’è pace per chi non ha scarpe nei sobborghi di Tijuana, terra di confine fra Messico e Stati Uniti, dove narcotrafficanti, poliziotti corrotti e milizie speciali si scambiano denaro o pallottole, in una guerra senza quartiere che, giorno dopo giorno, sembra divorare ogni speranza di giustizia. Miss Bala, presentato a Cannes nella sezione Un Certain Regard getta uno sguardo sconfortato e disilluso su un mondo dove nemmeno i sogni hanno diritto di cittadinanza e le utopie di riscatto si infrangono nella battaglia quotidiana per la sopravvivenza. Il messicano Gerardo Naranjo, dopo l’esordio nel 2006 proprio qui a Cannes con  Drama/ Mex e il passaggio alla 65ma berlinale di I’m Gonna Explode (2008) in Miss Bala dipinge con maestria l’odissea di una giovane donna travolta dal corso degli eventi, pedina imbelle del gioco al massacro che infuoca la regione e vittima degli abusi dei potenti di turno. Convinta da un’amica a partecipare al concorso che incoronerà la più bella della Bassa California, Lau si presenta in citta` per sottoporsi alle prime selezioni ma, come l’intenso piano sui volti delle concorrenti lascia intuire, la vittoria non sarà certamente un viatico verso una vita migliore. Lau, la sera stessa, si ritrova coinvolta in uno scontro a fuoco fra boss locali e agenti dei servizi segreti e, scampata miracolosamente all’agguato, si metterà alla ricerca della compagna, inghiottita dalla notte, forse già morta, dopo il passaggio dei narcotrafficanti. Di qui in poi nulla andrà liscio per Lau, che ben presto imparerà a fidarsi solo di se stessa, ma verrà irrimediabilmente intrappolata in una morsa sempre più soffocante. Sballottata fra bande rivali, costretta a fare da corriere e da bersaglio nei traffici illeciti verso gli Stati Uniti, picchiata dalla polizia e violentata dal boss locale, Lau verrà incoronata in fretta come la più bella, in un concorso certamente truccato che, da trampolino verso una possibile rinascita, si trasformerà subito in brutale conferma di una condizione di subalternità senza rimedio. In un finale apparentemente aperto, ma in realtà attonito e disincantato, la giovane verrà definitivamente rigettata da quel mondo cui timidamente si era affacciata e che si richiuderà, bieco e indifferente, alle sue spalle.

 

Exit mobile version