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Cannes 65 – special screenings – The Central Park Five di Ken Burns, Sarah Burns e David MacMahon (Usa, 2012)

Nel 1989 il mito di Central Park come insuperabile eden cittadino viene brutalmente violato dall’ aggressione subita da una giovane dell’Upper East, percossa e stuprata mentre fa jogging e lasciata seminuda e in fin di vita nel gelo della notte di New York. Il crimine ha un risalto senza precedenti sui media americani e assume una portata rasente alla guerra civile quando ad esserne accusati sono cinque adolescenti neri di Harlem, protagonisti insieme ad altri teenager di una serie di bravate nel parco quella stessa notte. Come nei suoi lavori precedenti, Burns, aiutato dalla figlia e dal documentarista televisivo McMahon, si dedica ad un massiccio lavoro di documentazione e recupero d articoli, i reperti video e fotografici, esplorati da zoom e movimenti di macchina e commentati dalle interviste ai cinque ormai trentenni e ad altri comprimari della vicenda, intrecciando così una vera cronaca immagine per immagine dei fatti di quella notte, dell’arresto, delle reazioni inferocite di stampa, istituzioni e cittadini (Donald Trump arriverà a chiedere la reintroduzione della pena di Morte nello Stato di New York), poi delle confessioni estorte a suon di violenza psicologica e minacce e delle condanne supportate da quelle sole confessioni e negate dal test del DNA. Nella New York da sei omicidi al giorno del 1989, l’istintiva e miope reazione collettiva, alimentata dal panico collettivo imbevuto di strisciante odio razziale, fa da volano ad uno dei più clamorosi, colpevoli e impuniti abbagli della Giustizia Americana, che va ad affiancarsi nella storia della convivenza civile americana ai linciaggi del Ku Klux Klan e al successivo pestaggio di Rodney King, con l’aggravante di essere stato perpetrato lungo il sentiero delle istituzioni e nel consenso dell’intera opinione pubblica. Tredici anni dopo, in seguito alle confessioni dello stupratore seriale Matias Reyes, ben noto al commissariato newyorkese, le condanne per i cinque di Central Park cadranno e, nel tiepido interesse dei mass media, saranno restituiti alle proprie famiglie piegati da una giovinezza mai vissuta. Tramite il tradizionale e ben dosato lavoro di ricostruzione e alternanza delle testimonianze, Burns lascia che dal non detto delle accorate interviste interviste emerga il paradosso più eclatante della vicenda: è il vero mostro, attraverso un inaspettato gesto di coscienza, a restaurare la giustizia per cinque cittadini traditi e arbitrariamente sacrificati proprio da quelle istituzioni che avrebbero dovuto difenderli dai mostri come Reyes, con la complicità di un società miope che reclama sommariamente capri espiatori per poter tornare serenamente alla propria routine quotidiana. Ancora piú rilevante alla luce del recente omicidio del teenager di colore Trayvon Martin, The Central Park Five è una solida opera di informazione che fa luce sui micidiali meccanismi che possono essere innescati dall’irresponsabilità civile in qualunque società contemporanea.

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Alfonso Mastrantonio, prodotto dell'annata '85, scrive di cinema sul web dai tempi dei modem 56k. Nella vita si è messo in testa di fare cose che gli piacciano, quindi si è laureato in Linguaggi dei Media, specializzato in Cinema e crede ancora di poterci tirare fuori un lavoro. Vive a Milano, si occupa di nuovi media e, finchè lo fanno entrare, frequenta selezioni e giurie di festival cinematografici.
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