Torniamo a parlare dell’ultimo film di David Cronenberg recentemente presentato al Festival di Cannes e ancora in sala da un paio di settimane, raccogliendo tutti i contributi della redazione di indie-eye.it pubblicati in questi giorni. Il film tratto dal romanzo di Don DeLillo è uno dei più controversi e dei più radicali tra quelli realizzati dal grande cineasta Canadese.
Con i contributi di:
Michele Faggi – Cromosomi: su Cosmopolis di David Cronenberg
” [……] a Cronenberg interessa sicuramente l’eteroglossia o la tendenza parodica della parola DeLilliana, gli serve per ridurla ad un sembiante inerte dall’apparenza monodica per poi rovesciarla violentemente in commedia cognitiva che (e dobbiamo operare per sintesi) promana da un’altra eteroglossia di linguaggi, a partire da quello quotidiano, fino a quello filosofico e all’ambito inter-relato dei sistemi di condivisione sociale di massa […]”
Raffaele Pavoni – Cosmopolis di David Cronenberg: la ricerca del rifugio da se stessi
” […] Raramente come in Cosmopolis gli spazi scenici derivano direttamente dall’inconscio dei personaggi, la prossemica assume una funzione espressiva analoga e complementare a quella dei dialoghi, costituendo insieme ad essi l’affronto maggiore di Cronenberg al cinema tradizionale […]”
Lisa Cecconi – Cosmopolis di David Cronenberg: la realtà de-codificata
” [….] In una realtà codificata dai simboli- dove persino immaginare il futuro è immaginarne i titoli e gli slogan-“aggiustare il taglio” è scolpire l’immagine che definisce identità […]”
Alfonso Mastrantonio – Cosmopolis di David Cronenberg
” [….] “Due sistemi inconciliabili che cerchiamo disperatamente di tenere insieme“: in questa frase del romanzo di DeLillo risiede forse l’intera poetica del cinema ossessivo e impossibile di Cronenberg, l’eterno conflitto tra organico e teorico, carne e tecnologia, corpo e intelletto. Lo stesso si puó dire per il profetico versetto “il topo diventerà moneta corrente“, fusione grottesca tra materia pulsante e caotica, schemi numerici e astratti […]”
Caterina Liverani – David Cronenberg, l’incontro a Cannes 65
“[…] Quando hai del materiale così bello c’è molto poco da fare, se non seguirlo come lo spartito di una canzone […]”