Una splendida donna che lavora come agente segreto si accorge di essere stata sabotata ed ingaggia una lotta contro il tempo e contro coloro che la vorrebbero eliminare. Presentato alla Berlinale dal regista che insieme a tre degli interpreti: Antonio Banderas, Michael Fassbender e Gina Carano ha incontrato la stampa.
Michael Fassbender che nel film è protagonista di scene ad alto tasso di violenza insieme alla protagonista ha raccontato come si affronta un ruolo come questo: «La differenza tra un combattimento con una donna e tra uno con un uomo? Beh, Gina si difende molto meglio di tanti uomini! (ride), beh, tralasciando gli scherzi ovviamente è qualcosa che io non farei mai, e non penso che chi vede il film possa pensare “Micheal Fassbender è uno che picchia le donne, recitare è il mio lavoro. Avevo una gran voglia di girare con Steven Soderbergh, specialmente un film che ha un copione tanto intelligente. Ah, e nel nostro combattimento è Gina ad avere la meglio.»
Steven Soderbergh ha aggiunto: «Avevo spiegato molto bene a Michael cosa avrebbe dovuto fare rendendomi perfettamente conto che non è bello vedere un uomo che colpisce una donna, specialmente in volto. Ho voluto realizzare questo film perché ero interessato a mettere in luce Gina che è anche una campionessa di arti marziali, ed è davvero fenomenale. È una storia molto diversa dal mio ultimo film Contagion. Haywire è stato ultimato prima di Contagion, ed è uscito qualche mese dopo, sono cose che succedono talvolta in questa industria.
Sono felice di aver portato questo film qua a Berlino. Credo che possa essere utile a distrarre il pubblico che è impegnato da molti giorni nella visione di pellicole di grande qualità che trattano temi molto seri. È un momento di disimpegno, di intrattenimento.»
Qualcuno in sala stampa paragona le carriere di Banderas e Fassbender, entrambi attori europei che hanno sbancato i botteghini a Hollywood e l’attore spagnolo spiega: «Io non avevo certo pianificato un assalto al cinema americano, ma è qualcosa che mi è capitato incidentalmente. Ho conosciuto mia moglie (l’attrice Melanie Griffith n.d.a) e mi sono trasferito negli Stati Uniti perché lei, avendo dei bambini nati da un precedente matrimonio non poteva spostarsi, invece io non avevo figli.
È stato sorprendente lavorare con Steven, ed io nel film ho davvero un piccolo ruolo. Mi piace il suo modo veloce di girare, l’utilizzo che fa della luce naturale sul set: io ho girato solo una scena in cui avevo la luce puntata su di me, quella nella quale parlo al telefono con Michael Douglas. È un regista che si muove in modo sicuro, facendo sentir sicuro anche te nel tuo personaggio, conosce la partitura ma lascia spazio all’improvvisazione.»
Steven Soderberg ha poi parlato di Barcellona, uno dei luoghi del film che lo ha più colpito: «La tentazione di fotografare Barcellona come una cartolina è stata forte, è una delle città più belle che abbia mai visto, ma mi sono trattenuto. Volevo che tutto fosse visto e vissuto dal punto di vista di Mallory il personaggio interpretato da Gina, e lei non va certo in Spagna a fare la turista.
In questo film in cui per almeno 40 minuti non ci sono dialoghi ma solo scene d’azione la colonna sonora ha giocato senza dubbio un ruolo fondamentale. Spesso nei film d’azione è un elemento sottovalutato, ma in questo caso io ho voluto che fosse funzionale a descrivere meglio il personaggio di Mallory. Io e David Holmes abbiamo cominciato a parlarne molto prima dell’inizio delle riprese ispirandoci allo stile del grande compositore John Barry, l’autore dei temi di molti degli 007 girati