La sinister film, con distribuzione CG Home Video, pubblica tre DVD di William Castle assolutamente da recuperare.
I titoli, con link alle recensioni, sono:
Homicidal
Cinque Corpi senza testa
Gli occhi degli altri
Nel 1993, con il film Matinée, Joe Dante omaggiava esplicitamente la bizzarra e controversa figura di William Castle. Interpretato dal goliardico John Goodman, Lawrence Woolsey non era altri che l’alter ego di questo eccentrico regista hollywdoodiano, amante del trucco e dell’effetto speciale, specializzato in B-movie e cinema di genere. E non è un caso che sia stato proprio Joe Dante a compiere questa attenta operazione “teorica” di riscoperta di un regista sovente dimenticato o, perlomeno, liminale all’interno della storia del cinema. Il cinema di William Castle, infatti, si lega idealmente al cinema americano più spettacolare degli anni Ottanta e Novanta, condividendo la stessa volontà di stupire lo spettatore, di farlo sognare, di spaventarlo, attraverso l’uso dell’effetto speciale e dell’escamotage visivo e percettivo: ne è, in parte, debitore il cinema del fantastico e della fantascienza di Steven Spielberg, ma anche il cinema retrò, citazionista, orrorifico, di Tim Burton, John Landis, e, ovviamente, Joe Dante. La cosiddetta “restaurazione” di Hollywood degli anni Ottanta, dopo il decennio della New Hollywood, ha gettato quindi un ideale collegamento con il cinema “spettacolare” di William Castle.
Fu lui, assieme al collega Roger Corman, a rappresentare il perfetto esempio di direttore del B-movie “di qualità”: uno spettacolo a medio o basso costo, tutto incentrato sul rapporto emotivo che il film deve instaurare con lo spettatore, al solo fine di stupirlo, di spaventarlo, di farlo sognare. Dunque, un cinema fortemente commerciale, poco interessato alle derive autoriali isolazioniste, ma piuttosto improntato al coinvolgimento totale dello spettatore nell’ingranaggio cinematografico. Un desiderio di cinema “immersivo”, sensoriale, realizzato spesso attraverso trucchi dal sapore mélièsiano che non erano esclusivamente il risultato di un’operazione mercantile, ma che erano sintomo di un amore totale di Castle per il mezzo cinematografico.
Da questo desiderio nascevano i trucchi, spesso dozzinali, ma spettacolari – e ben raccontati nel documentario Spine Tingler! The William Castle Story – che il regista realizzava per sale cinematografiche debitamente allestite allo scopo: congegni elettrici installati nelle poltrone che provocavano scosse nei momenti “shock” della pellicola; riproduzioni di scheletri calati attraverso delle funi in mezzo alla sala; attori truccati che entravano e uscivano dalla sala per spaventare il pubblico. Un’idea di cinema “ludico”, ricuperato in parte dalle possibilità mutanti dei set digitali (basta pensare, negli anni alla linea che collega le entrate e uscite dal set nei video di Rybczyński e più recentemente in quelli del collettivo francese AB/BC/CD) , e che ha suscitato grande ammirazione anche da parte di nomi di particolare prestigio: oltre a Dante e Landis, anche John Waters e Roger Corman.
Nato nel 1914 a New York, William Schloss decise di cambiare il proprio cognome ebraico in “Castle”. Dopo aver lavorato a Broadway, e folgorato durante la visione del Dracula interpretato da Bela Lugosi, Castle si trasferì a Hollywood, con l’intento di fare carriera nel mondo del cinema. A 23 anni riuscì a entrare nella Columbia Pictures, grazie all’ottima impressione – dettata dal suo costante entusiasmo e dalla sua forte personalità – che suscitò nel direttore della casa di produzione Harry Cohn. Iniziò così una carriera divisa tra il ruolo di produttore (tra gli altri si ricorda soprattutto La signora di Shanghai e Rosemary’s Baby), attore e regista cinematografico.
Le sue regie spesso traevano spunto da romanzi horror, mystery e di fantascienza: era certamente il “genere” a interessarlo principalmente. Castle, avendo diretto per quasi trent’anni, era attento a captare le mode e i successi di ogni epoca. Il noir a basso costo negli anni Quaranta, la fantascienza e l’horror negli anni Cinquanta. Negli anni Sessanta, il regista cercò di inseguire il successo del film Psyco con una serie di film a tema. E proprio da qui nascono interessantissimi film come Homicidal, Passi nella notte, Cinque corpi senza testa e, in parte, Gli occhi degli altri: film che apriranno la strada al cinema di genere degli anni Settanta; Dario Argento, in primis.