Ripetiamo la formula della doppia recensione già adottata (con un alto successo di visite) per Inception, con il Gioiellino, l’ultimo film di Andrea Molaioli nelle sale Italiane in questi giorni. Sviluppati nella totale inconsapevolezza reciproca, i doppi articoli che proponiamo non sono un semplice e netto “perchè si / perchè no” ma un tentativo, alla cieca, di affrontare un testo con strumenti diversi. Nel caso del film di Molaioli le differenze tra l’articolo di Federico Fragasso (Se i soldi non ci sono, inventiamoceli) e quello di Alfonso Mastrantonio (L’amalgama di una forma inerte) non sono semplicemente critiche ma anche legate ad un’angolatura e una prospettiva molto diversa; è una divisione tangibile ma che rappresenta un segnale molto preciso di come venga percepito quell’insieme “formale” che costituisce il cinema Italiano “d’autore” degli ultimi dieci anni; un affascinante, oppure inquietante, sistema endogeno, non cosi lontano dal potere che ha definitivamente assorbito tutta l’immaginazione (anche critica) disponibile. (M.F.)