Ci sono elementi nuovi rispetto al libro, soprattutto quelli legati al genere del film,una commedia brillante che punta sull’ironia senza tuttavia rinunciare ad un moderato romanticismo. Cosa hai voluto assolutamente mantenere della storia originale?
Fabio Volo: Quando fai cinema devi fare i conti con i tempi e il budget. Nel libro ci sono più location, parti introspettive e tre finali, che risultava complicato riportare su pellicola. Ho voluto assolutamente tenere la storia d’amore, così come l’avevo immaginata, tra due ragazzi che avevano paura di amare. Uno perché intimorito da sempre dall’amore e l’altra perché disillusa. Ma la loro spinta interna si rivela essere più forte di qualsiasi ragionamento e paura e trovano un terzo modo di amare, che possa appartenere ad entrambi pur non essendo di nessuno dei due. E la scelta di New York risponde proprio a questa esigenza, poiché a mio avviso è una sorta di territorio neutrale,una città che sembra non appartenere a nessuno ma è di tutti,in cui pur andandoci per la prima volta si ha come l’impressione di sentirsi a casa e di esserci già stati. Inoltre abbiamo voluto accentuare la parte ironica già presente nel romanzo.
Attorno alla figura centrale di Giacomo ruotano una serie di personaggi che denotano una forte compiutezza narrativa con precise note caratteriali:la sfuggente Michela,la migliore amica comprensiva e innamorata e il logorroico collega d’ufficio. Cosa vi ha affascinato di più nell’interpretarli?
Isabella Ragonese: Ad essere sinceri io inizialmente avevo un po’ di timore, essendo il libro molto amato e letto. Ho fatto delle ricerche su internet tra i lettori di Fabio scoprendo che quasi tutti si identificano nel personaggio di Michela e lo amano. Ho capito che qualsiasi cosa avessi fatto, avrei deluso qualcuno, che non avrebbero rivisto in me la loro Michela e allora ho cercato di non pensarci troppo, pur avendo letto il libro mi sono fidata di Massimo e Fabio, perché pure in Michela c’è un po’ di Fabio, il suo modo di vivere la vita subito e adesso. E’ una ragazza moderna,mi sono ispirata ad amiche magari intraprendenti nel lavoro, ma nei sentimenti piene di paure e blocchi,non solo per le delusioni ma proprio perché ormai si pensa che una storia d’amore tolga troppo tempo, sia qualcosa di troppo impegnativo. Mi sono guardata intorno e ho cercato di rubare a molte donne.
Camilla Filippi: Massimo mi ha scelto solo perché sono bresciana! Io avevo da poco partorito, mio figlio aveva due mesi e qui dovevo essere una madre,ho usato quello,dalle occhiaie alle difficoltà di far conciliare gli impegni di lavoro con la famiglia. Ho fatto meno di quanto solitamente mi capita di fare quando devo interpretare un personaggio e poi trovo che l’amica sfigata mi si addica moltissimo! Rappresentavo il lato umano di Fabio:tanto il suo personaggio è arido nei sentimenti quanto il mio impersona quell’affetto cieco e incondizionato.
Pietro Ragusa: Spero che Massimo Venier non mi abbia scelto perché somiglio a Dante. Comunque, ciò che mi ha veramente intrigato è stata la possibilità di farmi vedere per la prima volta in mutande e canottiera! (continua alla pagina successiva…)