«Sintetizzare quanto è raccontato nel libro non è stato affatto facile» ha spiegato in un intervento che ha preceduto la proiezione Folco Terzani, «Abbiamo ridotto 500 pagine a 80; per fortuna che ho avuto al mio fianco il produttore del film Ulrich Limmer che è anche uno scrittore e sceneggiatore. È un film piuttosto difficile, e poi non ci sono né bikini né sparatorie.»
«Nessuno in famiglia avrebbe sperato che questa storia fosse raccontata in un film così importante e interpretato da attori straordinari, sono convinta che il babbo dalla sua nuvola ci guarda e si diverte un mondo.» ha proseguito Saskia.
Angela Terzani ha parlato dell’interesse che ancora suscita la vicenda umana e professionale del marito: «Sono davvero contenta che ci sia ancora tutto questo interesse. Può sembrare strano, dal nostro punto di vista, vedere un film su Tiziano dove lui non c’è ma viene interpretato da qualcun altro. Ma io trovo questa espressione legittima e interessante. Tiziano non appartiene solo a noi che vigiliamo sulla sua immagine perché non venga sfruttata. Questo film è una interpretazione e una visione di ciò che Tiziano era. Lui ne sarebbe stato entusiasta e soprattutto meravigliato.»
Andrea Osvart: «Fare questo film non è stato un lavoro, ma piuttosto l’essere accolti da una famiglia della quale io e il cast ci sentiamo parte. L’esperienza ci ha uniti tantissimo e non vedevamo l’ora di vedere questo film.»
Ulrich Limmer produttore e sceneggiatore del film: «Sono davvero fiero di essere qui e ringrazio chi l’ha reso possibile, in particolare la famiglia Terzani per la loro dedizione e disponibilità. Noi abbiamo cercato di raccontare questa storia sapendo che ci avvicinavamo a qualcosa di complesso perché tratta di momenti cruciali per ognuno di noi: trarre felicità dalla vita e affrontare con serenità la fine. Girare in Toscana è stato magnifico, la nostra troupe era composta da circa 45 persone, più o meno come gli abitanti del paese nel quale abbiamo trascorso momenti fantastici che hanno reso la partenza davvero difficile.»
Cristina Scaletti, Assessore alla cultura del Comune di Firenze ha chiuso l’incontro tra il pubblico fiorentino del cinema Odeon, tutto esaurito, il cast e la famiglia del giornalista: «Tiziano Terzani ha dato un enorme contributo alle nostre vite con la sua integrità e la sua spiritualità divenendo un vero e proprio veicolo di cultura e umanità. Questi valori sono da sempre particolarmente vicini a quelli della Regione Toscana che è impegnata nella ricerca della cultura della pace. »
La fine è il mio inizio è un film che, fedele al libro, racconta il dialogo fra un padre e un figlio diversi ma simili sotto molti punti di vista quando la fine del primo è ormai annunciata e vicina. Tiziano, interpretato da Bruno Ganz, ha accettato la sua morte con serena consapevolezza pensando a questo momento come ad una nuova esperienza dopo una vita vissuta con grande intensità; chiama a scrivere di questa sua ultima avventura il figlio Folco (Elio Germano) con il quale condivide le profonde riflessioni che ha sviluppato durante gli anni vissuti in oriente. Ne emerge un rigoroso testamento spirituale nel quale domina il ricordo della Cina, la volontà di Terzani di vivere e raccontare al mondo occidentale questa terra, l’orrore di quanto visto durante la guerra del Vietnam insieme a ricordi e suggestioni del passato come l’innamoramento, la paternità e il grande amore per il cosmo e per la natura. Attraversato dall’inevitabile malinconia e dal buonumore un po’ forzato comune a tutte le storie che trattano un argomento così delicato, il film di Jo Baier rimane molto lineare e rigoroso, senza grossi scossoni. Elio Germano bravo e intenso come sempre ma forse un po’defilato lascia il posto alla capacità istrionica e davvero camaleontica di Bruno Ganz del quale, purtroppo non si apprezza la splendida voce, essendo ovviamente doppiato. È strano vedere la storia di un grande italiano del nostro tempo recitata da un bravissimo attore straniero e la sensazione che ne deriva è po’ quella di essere stati preceduti, ma va ricordato che Tiziano Terzani era molto amato e apprezzato in Germania come corrispondente del settimanale Der Spiegel, è stato, soprattutto, un grande cittadino del mondo. La fine è il mio inizio sarà nelle sale dal 1 aprile.