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Matita Film Festival, edizione numero 11; Tutta la documentazione di Indie-eye.it

Si è conclusa domenica scorsa l’undicesima edizione del Matita Film Festival nella consueta cornice naturale di cui fa parte Guardiagrele, paese di diecimila abitanti circondato dal parco Nazionale della Majella; luogo assolutamente immaginale nel suo essere così vicino e così lontano dalla presenza del mare. E’ un festival coraggioso quello diretto da Camillo D’alessandro e curato in tutti questi anni insieme a Ernani Paterra, Domenico Pardi e Domenico Rosa (sue le illustrazioni del catalogo e il tratto in movimento del manifesto) ovvero l’associazione culturale Ex Novo. Coraggioso perchè è probabilmente l’unico festival dedicato all’animazione che ha mantenuto una struttura storica e teorica slegata dalle esigenze più lusinghiere del mercato; retrospettive complete sul cinema di autori non del tutto allineati, un nome per tutti, Jan Svankmajer; attenzione alle scuole internazionali, all’interazione tra laboratorio e produzione, collegamento diretto con le realtà didattiche e formative più importanti. La forma è quella eccentrica che dalla rassegna preleva linfa per portar fuori dallo schermo l’esperienza di chi ancora produce animazione, dalla r-esistenza del passo uno fino alla contaminazione tra tradizione e nuove tecnologie. Quest’anno i fratelli Quay, Dave Mackean, un brandello di storia dell’animazione rappresentato dalla scuola di Zagabria, l’immagine mutante di Fusako Yusaki, la produzione davvero stupefacente della Zlin Film School; tra rassegna e workshop quello che succede durante le giornate del Matita Film Festival è uno scambio vitale che esce letteralmente fuori dai margini dello schermo e approda in sala, in mezzo al pubblico, sotto forma di racconto o con l’epifania di una dimostrazione; forme di un mondo inanimato che si fa corpo tra l’elaborazione di un software e la solidità di un’attitudine fieramente artigianale. Se si vuole è quel meraviglioso interstizio che a Venezia 65 era rintracciabile tra i due capolavori d’animazione giapponese in concorso. Non era possibile, per lo spirito con cui tutto il progetto indie-eye è nato più di quattro anni fa, rinunciare all’intrusione dentro questo spazio con i mezzi della documentazione. Nelle prossime settimane, più di sei ore di girato verrà post prodotto in una serie di interventi audio e video che racconteranno, a chi non c’era, le giornate dell’11ma edizione del Matita Film Festival; tra i contributi, un’intervista in video con Dave McKean sollecitato da Domenico Rosa con l’aiuto di Michele Faggi e Thomas Martinelli, il Workshop di tecnica e animazione stop motion della Zlin Film School guidato da Michael Carrington e catturato in Video, tutto l’audio a ottima qualità della conversazione coordinata da Thomas Martinelli e intercorsa tra i fratelli Quay, Dave McKean e Keith Griffiths dal titolo Talking about animation che pubblicheremo in doppia versione Podcast-audio in lingua Inglese e tradotto in Italiano; un estratto ravvicinatissimo dal Workshop dei fratelli Quay sui segreti del loro laboratorio e altre piccole grandi sorprese tra video, audio e recensioni; un lavoro di archivio e di documentazione utile non solo per gli appassionati, gli storici, i teorici che si occupano di animazione, ma anche per chi si avvicina a questo mondo con il sospetto e il pregiudizio che sia a parte. Di seguito la pubblicazione dei nomi relativi ai vincitori della undicesima edizione del Matita Film Festival con le relative motivazioni da parte della giuria presieduta da Fusako Yusaki e costituita da Michael Carrington e Borivoj Dovnikovic Bordo.

SEZIONE STUDENTI

PRIMO CLASSIFICATO:

A BYCICLE TRIP
di Veracini, Nambiar, Avoletta
Italia, 2008

Per la felice scelta del soggetto particolarmente adatto all’animazione e per la brillante combinazione tra storia e tecnica utilizzata.

SECONDO CLASSIFICATO:

SKELETON WOMAN
di Gili Godiano
Israele, 2007

Per la capacità di raccontare un sentimento suscitando emozione e partecipazione, anche attraverso uno stile ruvido da sviluppare.

TERZO CLASSIFICATO:

CHUMP AND CLUMB
di Michael Herm
Germania , 2008

Per l’armonia e l’equilibrio del racconto che mescola sapientemente humor e drama, mantenendo la giusta leggerezza, per la qualità tecnica complessiva.

MENZIONE

HEZUBERLTZAK, UNA FOSA COMUN
di Izibene Onederra
Spagna, 2007

Per l’eccellente qualità grafica e poi la libertà espressiva.

SEZIONE AUTORI

PRIMO CLASSIFICATO:
KJFG No. 5
di Alexei Alexeev
Ungheria 2008

Un mix perfetto di animazione, umorismo, musica e ritmo che stabilisce una immediata relazione con il pubblico. Un esempio perfetto di come un piccolo film possa essere un “grande” film.

SECONDO CLASSIFICATO
SOLITUDE
di Mehrdad Sheikhan
Iran, 2008

Il film costituisce il senso di precarietà e di solitudine dell’essere umano nell’universo, attraverso un uso sapiente dei computer 3D e della forza del suono.

TERZO CLASSIFICATO:
REFRAINS
di Wiola Sowa
Polonia, 2007

Il film riesce ad esprimere, attraverso l’uso delicato e fluido della matita, un flusso ininterrotto di immagini che trasferisce la sensazione di rivivere con la mente atmosfera ed emozioni del passato.

MENZIONE
THE WHITE WOLF
di Perre-Luc Granjon
Francia 2008

Grande capacità di utilizzare il candore dell’ infanzia e il cinismo del mondo adulto. La spontaneità del segno esprime questo contrasto che investe anche il mondo della natura e quello degli uomini, sottolineando un elemento di speranza che richiama la nostra parte infantile.

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