Uscirà nelle sale il 23 maggio Nero Infinito, l’opera prima del giovane regista catanese Giorgio Bruno. Un misto tra horror, poliziesco, thriller e noir prodotto da Antonio Chiaramonte e distribuito dalla neonata Nedioga entertainment di Giorgio Bruno e Pierpaolo Cortesi.
Protagonisti della pellicola low budget Francesca Rettondini (La nave fantasma di Steve Beck) e Rosario Petix nei panni rispettivamente dell’ispettore capo D’Aquino e dell’ispettore Costa che si trovano ad indagare su una serie di omicidi commessi in una cittadina del sud da un misterioso serial killer. Hanno preso parte alla presentazione per la stampa romana il regista, l’attore protagonista Rosario Petix e il compositore della colonna sonora Marco Werba.
Raccontaci come è nato il progetto di questo film…
Giorgio Bruno: Ho sempre pensato che l’opera prima rappresenti il culmine della passione cinefila di un regista. Essendo i modelli di partenza il cinema thriller e horror i film da citare sono tantissimi. Ho deciso di ispirarmi al cinema di genere italiano che più ho amato, passando non soltanto per i classici “echi” argentiani, ma anche per il cinema di grandi “must” come Enzo G. Castellari che ha ispirato Tarantino e il suo “Bastardi senza gloria” e Claudio Fragasso, famoso per i suoi “action movie” come Palermo Milano solo andata. Il film vuole essere un omaggio al genere e in questa stessa ottica è da vedere la partecipazione in veste di attori dei registi sopracitati.
Quale è stata la difficoltà maggiore nel realizzare un film a così basso budget?
Giorgio Bruno: Innanzitutto il tempo limitato,abbiamo girato in soli 17 giorni con una troupe ridotta e sacrificando parti della sceneggiatura che avrebbero richiesto un maggiore dispendio di denaro. In questi casi ci si trova costretti a trovare soluzioni alternative,utilizzando ciò che si ha a disposizione. Ho avuto la fortuna di trovare persone che credevano nel progetto ed hanno deciso di prenderne parte, inclusi maestri del calibro di Castellari, Deodato e Fragasso.
Parlaci della tua esperienza sul set e del lavoro sul tuo personaggio…
Rosario Petix: Contrariamente allo stile essenziale della recitazione da fiction in questo film ho lavorato alla definizione di un carattere sui generis come in realtà (e chi è un appassionato del genere lo sa) richiede un operazione di questo tipo che si propone di omaggiare quei personaggi dei B-movie che sia io che Giorgio abbiamo molto amato. E’ stato divertente interpretare il ruolo dell’ispettore Costa ,un pò duro e un pò ‘giggione’… D’altronde era quello che mi era stato chiesto sia dalla regìa che dalla sceneggiatura,scritta con questo preciso intento. Questi caratteri fanno parte di quell’immaginario collettivo di chi ama il cinema di genere e i personaggi che lo abitano. Durante la lavorazione del film,nonostante le enormi difficoltà di una produzione low-budget abbiamo trovato sempre lo spunto necessario per divertirci pur facendo seriamente il nostro lavoro. Mi sono sentito in famiglia! Ho trovato un gruppo di lavoro affiatato che ha saputo sfruttare al meglio il poco tempo a disposizione e ci tengo a ringraziarli tutti, in particolare il regista Giorgio Bruno, il maestro Enzo G. Castellari e Francesca Rettondini, con cui ho diviso il set in maniera esemplare.
Degna di nota sicuramente la colonna sonora realizzata da Marco Werba (Giallo di Dario Argento e Native di John Real,con cui si vinse il Globo D’oro Award) in collaborazione con la Beat Records di Daniele De Gemini. Che tipo di lavorazione c’è dietro una realizzazione sonora così minuziosa e attenta al dettaglio?
Marco Werba: Negli ultimi anni mi è capitato di lavorare sulle musiche di film thriller e horror e di specializzarmi nelle colonne sonore di film di genere. Ho sempre apprezzato questa tipologia di film perché stimola la fantasia del compositore e dipinge un mondo che, a volte, può essere meno spaventoso di quello che viviamo nella vita reale, nel quotidiano. I film di fantasia, apparentemente lontani da tematiche ispirate a fatti realmente accaduti, ci fanno riflettere sui misteri della mente umana e su quello che l’essere umano è in grado di compiere in particolari circostanze o quando viene colto da “raptus di follia” .
Ho sempre cercato di scrivere una musica che fosse in grado di valorizzare il film e rendere verosimili le azioni dei protagonisti. Con Dario Argento mi sono trovato in perfetta sintonia sulle musiche di “Giallo” e ho scelto di allontanarmi dalle colonne sonore dei suoi film precedenti e di scrivere una musica sinfonica più “americana” che non “europea”. Questa è la strada che ho scelto anche per altri thriller come “Native” (Globo d’Oro 2011) e “The infliction”.Quando ho conosciuto il regista siciliano Giorgio Bruno ho discusso della possibilità di collaborare insieme seguendo questa linea. Giorgio in un primo momento pensava di usare solo materiale di repertorio, ma l’idea di avere una colonna sonora scritta ad hoc, sincronizzata con le immagini e missata in 5.1 lo ha conquistato. Ho quindi iniziato a lavorare sistematicamente sulle musiche del film, usando anche il tema scritto dal montatore, Angelo d’Agata, ed inserendo tre brani come “additional music” del mio allievo e collaboratore Michele Bocchini.
La struttura musicale di “Nero infinito” è variegata. Ci sono due temi musicali che si alternano, musiche dissonanti dal sapore contemporaneo, quasi d’avanguardia, due brani rock, una versione per pianoforte, dei due temi principali etc. Per le scene di tortura, così come avevo fatto per “Giallo”, ho cercato di differenziare lo stile musicale. Nella prima scena ho usato accordi dissonanti, sonorità inusuali e voci femminili, nella seconda effetti sonori ossessivi ed astratti, nella terza un flauto solista e qualche suono di atmosfera.
Con il mio collaboratore Guido Zen abbiamo sincronizzato fotogramma per fotogramma la musica con le immagini. Questo è un lavoro di alta precisione che viene svolto negli Stati Uniti ma che non sempre viene applicato in Italia. Una volta preparate le varie tracce wave mi sono recato presso gli studi “Revolver” per missare le musiche in 5.1. Ormai è diventato indispensabile missare le musiche originali con questo sistema che permette di coinvolgere il pubblico e di “avvolgerlo” con la musica. Il suono proviene quindi non solo dagli altoparlanti presenti dietro lo schermo, ma anche da quelli posti a sinistra e a destra della sala e da quelli collocati dietro gli spettatori. In questo modo è possibile “giocare” con i suoni estremizzando la posizione di alcuni strumenti musicali (ad esempio i violini all’estrema sinistra ed i violoncelli all’estrema destra, i suoni elettronici nella casse subwoofer dietro la sala per poi spostarli verso le casse frontali e fargli fare il giro della sala).
Quali sono i progetti futuri per la neonata Nedioga Entertainment?
Giorgio Bruno: Insieme al mio socio Pierpaolo Cortesi abbiamo da poco ultimato la produzione esecutiva di The Perfect Husband un thriller girato in lingua inglese per la regia di Lucas Pavetto con un cast internazionale tra cui Bret Roberts (Nightstalker, Pearl Harbor), Gabriella Wright (i Tudors), Daniel Vivian (Zombie Massacre) e Carl Wharton (Mayhem Behind Movies) di cui cureremo anche la distribuzione. In un periodo in cui è sempre più difficile la produzione e distribuzione dei film l’ obiettivo che ci poniamo è di produrre e distribuire pellicole dal respiro internazionale.