martedì, Novembre 5, 2024

Potiche – La Bella Statuina di François Ozon: la recensione

Nel casellario della camaleontica e prolifica carriera di François Ozon, Potiche si va a collocare accanto alla divertita ed elegante leggerezza di Otto Donne e Un Mistero, con il quale condivide anche la celebrazione registica di veri e propri monumenti attoriali del cinema d’oltralpe: a 67 anni Catherine Deneuve è un ciclone di premura materna e orgogliosa sensualità, mentre Depardieu la spalleggia nel ruolo di una vita di sanguigno paladino popolare. Nel ’77, la trascurata e aristocratica moglie di un bieco industrialotto approfitta di un suo allontanamento in crociera dallo stress degli scioperi e dei sindacati, per prendere in mano la fabbrica di ombrelli e dimostrare di non essere solo una bella statuina (potiche in francese). Nel giro di pochi mesi capovolgerà le sorti della ditta, della politica locale, delle vite dei figli e del sindaco ed ex amante comunista. La consueta esattezza formale di Ozon si declina in un tocco garbatissimo e colorato, immerso in una dimensione smaccatamente vintage (lo splitscreen in cornice arrotondata, ad esempio) che conferisce ulteriore ironia e leggerezza alla trama.

La sceneggiatura, dialogatissima e scoppiettante, nasconde il suo impianto teatrale sotto la naturalezza di una regia estremamente precisa e mai banale e alla estrema cura e varietà di luci, costumi e soluzioni di decòr. Gli anni settanta diventano una dimensione fiabesca dove ambientare una vicenda impregnata di temi attualissimi (maschilismo e sciovinismo politico, delocalizzazioni industriali) che proprio per questo vengono fortemente ridicolizzati nelle loro accezioni presenti. Una commedia caramellata, sorridente e piacevolmente autocompiaciuta, che si conclude con un vero e proprio inno alla forza della femminilità. Senza eccessive profondità, un vero sfizio per gli occhi e una prova di altissima maestria artigianale, nella migliore delle accezioni.

Alfonso Mastrantonio
Alfonso Mastrantonio
Alfonso Mastrantonio, prodotto dell'annata '85, scrive di cinema sul web dai tempi dei modem 56k. Nella vita si è messo in testa di fare cose che gli piacciano, quindi si è laureato in Linguaggi dei Media, specializzato in Cinema e crede ancora di poterci tirare fuori un lavoro. Vive a Milano, si occupa di nuovi media e, finchè lo fanno entrare, frequenta selezioni e giurie di festival cinematografici.

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