Si svolgerà dal 23 gennaio al 3 febbraio la quarantaduesima edizione del Rotterdam Film Festival.
In competizione per i tre premi principali, gli Hivor Tiger Awards, vi sono sedici titoli che saranno giudicati da una giuria composta dall’attrice iraniana Fatemeh Motamedarya, dallo sceneggiatore e regista russo Sergei Loznitsa (The Revue, My Joy), dal film-maker tedesco Kees Hin (Shadowland) e dal direttore artistico del Seville European Film Festival, José Luis Cienfuegos. L’artista cinese Ai Weiwei, che non potrà partecipare al festival, seguirà la competizione dalla sua casa di Pechino.
Il Festival, quasi contemporaneo allo svolgimento del Sundance, presenta molti film in programma anche al Festival Americano.
È il caso di titoli come Fat Shaker, Halley, It Felt Like Love e Soldate Jeanette. Nel primo lungometraggio, diretto dall’iraniano Mohammad Shirvani, è raccontata la vicenda di un padre in sovrappeso che tenta di ottenere soldi dalle donne sfruttando la bellezza e l’ingenuità del figlio. Il gioco riesce fino a quando i due non incontrano una donna più astuta di loro. Fat Shaker è un film inusuale, composto da immagini assurde, in cui è possibile ravvisare una critica al sistema patriarcale iraniano.
Come la cometa da cui prende il nome questo film, Beto (Alberto Trujillo), protagonista di Halley, ha i giorni contati. Quando non è più possibile mascherarla con il trucco, la morte arriva anche per gli zombie. Ma prima che la sua vita finisca, il morto-vivente inizia una speciale amicizia con la padrona della palestra in cui lavora, Luly. Il regista Sebastián Hofmann riesce a realizzare una pellicola dal sapore gotico, mostrando il mondo attraverso gli occhi di una persona che sa di dover morire.
In It Felt Like Love, traendo ispirazione del cinema di Catherine Breillat, l’autrice Eliza Hittman mette in scena la crescita personale e sessuale di una ragazzina. La vulnerabilità della protagonista è perfettamente raccontata per mezzo di uno stile soggettivo in cui la rappresentazione dei sentimenti è più importante della chiarezza della storia o del dialogo.
La ricerca di un cambiamento è alla base di Soldate Jeanette. Fanni (Johanna Orsini-Rosenberg) e Anna (Christina Reichsthaler) sono due donne molto diverse; la prima vive in città circondata da ogni genere di lusso, la seconda possiede una fattoria da cui vorrebbe fuggire. Incontrandosi, le due sceglieranno di cambiare le loro vite sfidando ogni convenzione. La regista Katharina Posch dirige un pellicola originale sia nelle immagini che nello stile narrativo.
Tratto dal libro I Cycled into the Arctic Circle, in Dummy Jim sono raccontate le gesta di James Duthie, famoso per aver percorso la distanza tra il paesino natale in Scozia e il Circolo Polare Artico in bicicletta. Mischiando i generi tra fiction e documentario, tra passato e presente, Matt Hulse, realizza un affascinante ritratto su Duthie e su una comunità che celebra il suo eroe.
Nonostante un titolo che rimanda alla commedia, in Karoraoke Girl di Visra Vichit Vadakan è mostrata la reale e difficile condizione di Sa Sittijun, una donna costretta ad usare il sesso come forma di guadagno. I toni cambiano con De wederopstanding van een klootzak (The Resurrection of a Bastard) debutto nel lungometraggio dell’artista Guido van Driel. Basandosi sulla graphic novel Om mekaar in Dokkum (2004) da lui stesso ideata, il regista realizza un film dai dialoghi taglienti in cui divengono fondamentali le performance dell’attore protagonista Yorick van Wageningen e del defunto performer tedesco Jeroen Willems, capace di regalare, nel ruolo di uno spietato gangster, una notevole interpretazione.
Il lungometraggio 36 della regista Nawapol Thamrongrattanarit prende il nome dal numero di fotografie disponibili in un rullino analogico. Sai (Koramit Vajrasthira) è una location-scout che passa la maggior parte del suo tempo fotografando paesaggi; un giorno l’hard-disk del suo laptop si rompe, perdendo così tutte le foto che conteneva. La donna farà di tutto per riottenere le memorie perdute. Attraverso l’evocazione della vecchia maniera di realizzare fotografie, l’autrice della pellicola induce lo spettatore alla riflessione sul valore dei ricordi. (continua nella pagina successiva…)