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Rotterdam Film Festival 2013; edizione n. 42

longing-for-the-rain_yang_linaIn Longin for the Rain, l’autrice Yang Lina, collegando con successo numerosi generi cinematografici, dirige un lungometraggio a metà tra il dramma erotico e il documentario sociale. Il pastiche di forme cinematografiche è metafora dell’odierna incongruenza sociale in Cina.
Con Noche, storia di un gruppo di ragazzi che si riunisce per ricordare l’amico Miguel morto suicida, Leonardo Brzezicki realizza un  dramma psicologico in cui la distinzione tra passato futuro e presente appare vaga.
Il triste ritratto di una coppia messicana che vive aspettando la fine dei propri giorni è materia narrativa del documentario Penumbra diretto da Eduardo Villanueva. Qui viene mostrata la routine di Adelelmo Jimenez, spesso a caccia nella foresta e della placida moglie Dolores, dedita alla cura della casa.
Silent Ones è il primo film dell’autore tedesco Ricky Rijneke. Csilla (Orsi Tóth) si sveglia dopo un incidente stradale scoprendo che il fratello minore Isti è scomparso; sola e spaventata, la donna si reca nell’Europa Occidentale per mantenere una promessa fatta a Isti. Quando Gábor, spregevole business-man, la assale portandole via l’ultimo ricordo del fratello, per Csilla inizierà un viaggio allucinante tra la vita e la morte.
Dall’Italia arriva Su Re (il Re) del regista di origine sarda Giovanni Columbu., già presentato allo recente Festival di Torino e recensito su indie-eye da questa parte. Traendo ispirazione dai quattro vangeli, l’autore si cimenta in un argomento già affrontato da molti grandi registi (D.W. Griffith, Cecil B. DeMille, Martin Scorsese, Pier Paolo Pasolini..), la passione di Cristo.
Dopo aver realizzato numerosi documentari, Marcelo Lordello debutta nel film di finzione con They’ll Come Back, storia sulla forzata crescita di due adolescenti che imparano a guardare il mondo da una nuova prospettiva.
In Watchtower di Pelin Esmer, la torre di controllo del titolo è quella in cui si rifugiano Nihat (Olgun Simsek) e Seher (Nilay Erdönmez)per sfuggire alle rispettive dure realtà. Il primo è un uomo oppresso dal senso di colpa per aver perso la moglie e la figlia in un incidente d’auto, la seconda è una ragazza che aspetta un figlio indesiderato. Nella solitudine della foresta i due riusciranno ad aiutarsi.
La difficile esistenza di Marek, nazi perché costretto, è alla base di My Dog Killer della regista Mira Fornay. Il protagonista (Adam Mihál) vive in un paesino al confine Slovacco, ha come unico amico il suo cane e frequenta i naziskin; quando la scomparsa madre tornerà nella sua vita, Marek sarà costretto a confrontarsi con una terribile  predizione.

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